sabato 24 novembre 2018

#078 - La Grande quercia di Nottoria


È domenica mattina, appena prima dell’ora di pranzo, quando ci lasciamo alle spalle le antiche mura di Norcia e proseguiamo lungo la SS 685, fino all’incrocio per Castelluccio, un passo dopo il cimitero. 
Questa volta invece di prendere la via per la meravigliosa spianata posta ai piedi del Vettore, proseguiamo dritti sulla provinciale verso Savelli e Civita, in direzione di Cittareale che è già Lazio, provincia di Rieti.
La diretta iniziata dove un tempo c’era la Stazione di Norcia continua in maniera insolita per questi luoghi e dopo il già citato cimitero oltrepassiamo l’incrocio per Popoli e poi quello che porta a Ocricchio e Piediripa sulla destra e San Pellegrino, Frascaro e Valcaldara sulla sinistra.
Finalmente troviamo una specie di curva che ci fa virare leggermente tanto per spezzare la geometria e la monotonia della linea retta.
Superato di poco il chilometro 8,000 della SP 476 c’è l’indicazione Paganelli e quando il paesaggio sembra mutare e le montagne e i boschi sembrano avvicinarsi per rimpossessarsi dello sguardo ecco l’informazione che cercavamo.
Sulle solite frecce con scritte bianche in campo blu leggiamo distintamente: San Marco 4, Nottoria 2.
La carreggiata sembra farsi sempre più stretta e l’ambiente circostante diventa ancora più naturale.
Incontriamo una bella ragazza con un cane e chiediamo del luogo per cui eravamo partiti da casa un’ora e venti minuti prima con la solita Punto grigia a metano: “Sempre dritto, non vi potete sbagliare”.
Ad un certo punto il cartello di inizio centro abitato ci fa capire che siamo sulla direzione giusta.
Fatti altri 100 mt o poco più vediamo in tutta la sua maestosità quello che cercavamo.
La Grande quercia di Nottoria era davanti ai nostri occhi.
Ci avviciniamo e guardiamo dal basso verso l’alto questo albero pluricentenario che qualcuno ha definito l’essere vivente più longevo dell’Umbria.
Osserviamo con rispetto la grande quercia che con i suoi lunghissimi rami sembra volerci stringere in un grande abbraccio.
Tutto intorno i segni del terremoto sulle case, i camini che fumano dalle casette allineate profumano di famiglia all'ora di pranzo e un pastore maremmano che non smette più di abbaiare cerca di fare il suo mestiere il meglio che può.
Dopo un po' anche il cane si tranquillizza.
Questo luogo adesso ci appartiene, la quercia è diventata nostra amica e torneremo presto a trovarla. Ci potete contare!

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venerdì 16 novembre 2018

#077 - Horizon









Il fatto che mi preme raccontare quest’oggi non è solo la vicenda di una meravigliosa fotocamera analogica di cui sono divenuto il fortunato possessore, ma anche e soprattutto di una storia che profuma di famiglia, di emozioni, di affetti, di lontananza.
Il 25 maggio scorso, di mattina presto che era ancora buio, sono salito per la prima volta sul Frecciarossa che da Perugia mi ha portato a Torino, via Milano, in poche ore.
L’obiettivo mio e di mia sorella che mi accompagnava, era quello di fare visita a nostro cugino Paolo che non vedevamo da più di dieci anni.
Certamente con i mezzi di comunicazione di oggi (telefono, skype, internet) le distanze si sono affievolite ed è più facile rimanere in contatto con le persone care che vivono lontano, ma niente può sostituire il calore di un abbraccio, la luce di uno sguardo, lo splendore di un sorriso vissuto “di persona personalmente” come direbbe il mitico Catarella sottoposto del Commissario Montalbano.
Il bello è che questo incontro è durato pochissimo, giusto poche ore perché a tardo pomeriggio abbiamo cambiato segno al nostro viaggio e siamo ripartiti da Torino per compiere l'esatto percorso dell'andata ma in senso inverso.
Avremmo certamente voluto trattenerci di più ma non è stato possibile per una serie di ragioni che non sto qui a riferire.
In quel pomeriggio mio cugino, quello che per Damiano è lo Zio Paolo di Torino, ha voluto farmi un bellissimo regalo che va di molto al di là del valore dell’oggetto, ma un pezzo di vita, di quando per motivi professionali, negli anni '70, aveva vissuto per diverso tempo in Russia.
Ed è proprio dalla Russia che proviene questa meraviglia della tecnica qual è la fotocamera panoramica Horizon.
Questo dono mi ha toccato nel cuore e allo stesso tempo mi ha inorgoglito tanto da considerarlo un sigillo, un vero e proprio premio alla mia lunga carriera di fotografo da strapazzo.
Avere oggi tra le mani questa fotocamera e poterla usare mi ricorda non solo Paolo e la sua attuale famiglia che saluto, ma la storia di generazioni di persone care a me vicine e che non ci sono più.
A volte un oggetto fa sì che si riapra automaticamente il cassetto dei ricordi e che faccia riaffiorare alla mente le storie, i volti, le voci, gli sguardi delle persone che ti hanno voluto bene.
È per questo che mi piace mettere via diverse cose che compongono nel tempo una specie di wunderkammer, una camera delle meraviglie dove è possibile rivivere attraverso gli oggetti gli accadimenti di una vita.
Ho usato questa macchina un paio di volte e mi è piaciuta l'accuratezza che precede lo scatto, come in una grande formato, mettere in bolla il treppiede e la macchina, controllare bene l'ampia inquadratura attraverso il lentino, misurare la luce e stabilire il tempo di posa, premere il pulsante di scatto e sentire il sibilo dell’obiettivo che ruota fino a compiere un giro di 140°.
Tra i diversi fotogrammi, ho scelto di mostrarvi quello che riproduce lo skyline della mia attuale città, visto dalla Torgianese, nei pressi del ponte sul fiume Chiascio.
È stato un onore usare questa fotocamera.
Grazie Paolo, grazie Horizon.


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mercoledì 7 novembre 2018

#076 - Spello











La pioggia e il vento di questi primi giorni di novembre già mi fanno rimpiangere la temperatura mite della metà di ottobre. In uno di quei giorni, un sabato pomeriggio mi pare, io e Damiano armati di tutto punto con macchina fotografica e materiale per disegnare ci siamo recati nella vicina Spello per goderci il sole e la bellezza dei suoi vicoli.
Ogni volta che vado a Spello, per devozione al mondo dell’arte, la prima cosa che faccio è visitare la Chiesa di Santa Maria Maggiore dove è possibile ammirare la Cappella Baglioni affrescata dal Pinturicchio. Questa volta purtroppo l’abbiamo trovata chiusa per restauro. Mi sarebbe piaciuto farla vedere al mio pargolo, ma pazienza, ci torneremo presto, considerato che un cartello posto sull'uscio indicava un’imminente riapertura.
Vista questa momentanea impossibilità abbiamo virato verso la Villa dei Mosaici di Spello, un moderno e curvilineo edificio museale fuori le mura, che si inserisce a perfezione nell'ambiente circostante e che racchiude come uno scrigno il magnifico tesoro dei resti di una domus romana. Accolti con gentilezza e professionalità dal personale museale abbiamo fatto un giro, dato sfogo alle nostre pulsioni fotografiche e ammirato queste meraviglie del mondo antico.
Poi di nuovo fuori su e giù per le vie di Spello, alla ricerca di angoli incantati e testimonianze storiche.
Alla fine del nostro peregrinare ci siamo accomodati su un tavolino di una pizzeria posta all'angolo di Piazza J.F. Kennedy e dopo esserci ristorati abbiamo cominciato a disegnare la Porta Consolare, gustandoci l’aria frizzantina e il via vai della gente che passava, mentre alcuni ragazzi ravvivano l’ambiente urbano dando calci ad un pallone.
Delle bellezze di Spello sono pieni i libri di storia e i siti specializzati, ma nessuna pagina web e nessun libro potrà mai farvi vivere l'atmosfera che si respira girando per questa città viva, densa di storia e di ricchezze artistiche e culturali ma anche di vicoli fioriti, di botteghe d’arte e di negozi enogastronomici dove è possibile assaggiare ed acquistare le bontà umbre (olio, vino, salumi e formaggi).
Spello è famosa in tutto il mondo per l’infiorata che ha luogo il giorno del Corpus Domini e che tiene impegnati gli abitanti di questa splendida città praticamente tutto l’anno, per la semina e la raccolta dei fiori delle diverse specie e dalle mille tonalità che diventeranno pigmento nelle meravigliose opere che vengono realizzate in strada nella notte precedente alla festa religiosa.
All'imbrunire abbiamo accettato l’invito di una coppia di amici incontrati per caso, i quali gentilmente ci hanno invitato a casa loro e ci hanno offerto un aperitivo.
Mille grazie a questi coniugi per la cortese ospitalità.
Alla fine io e Damiano con aria soddisfatta siamo saliti in macchina e siamo tornati a casa.
Spero che mio figlio mi accompagni altre volte nel mio vagabondare umbro alla ricerca di pace e di serenità e che cominci a condividere con me l’amore per questa terra di mezzo, unica e meravigliosa. Viva Spello e viva l'Umbria!

http://turismo.comune.spello.pg.it/

Villa Mosaici di Spello

Mosaico romano



Fotografo in erba



Infiorata 2006, particolare



Porta Venere



Gatto dipinto



Porta Consolare



Villa Fidelia, ingresso



Sketch Damiano



Sketch Maurizio



































domenica 3 giugno 2018

#075 - I muri dipinti di Mugnano

foto Maurizio Leoni, 2018 - Mugnano Perugia
Quando nel marzo del 2014 i miei amici romagnoli Renzo e Guerrino mi accompagnarono in una delle nostre zingarate fotografiche, a visitare la città di Dozza (BO), celebre per le sue vie decorate con dipinti di ogni tipo, non immaginavo che anche dalle mie parti potesse esistere un borgo con le stesse qualità e caratteristiche.
Lo scoprii tre anni dopo, nel momento in cui mi addentrai per i vicoli di Mugnano, storica frazione ai margini del territorio comunale di Perugia e distante circa 5 Km in linea d’aria dal Lago Trasimeno.
Fino ad allora per me Mugnano era conosciuto come il paese di Fabrizio Ravanelli calciatore del Perugia, della Juventus e della Nazionale e per la vicinanza a Fontignano, dove il pittore Pietro Vannucci detto il Perugino morì di peste nel 1523 e dove ancora è possibile visitarne la tomba all’interno della Chiesa dell'Annunziata.
Mugnano invece è molto di più, a partire dal contesto agricolo e naturale nel quale è inserito, fino ai suoi splendidi monumenti quali l’Abbazia Benedettina, il Castello trecentesco, la Chiesa di San Benedetto, il Monumento ai Caduti, il Monumento al Lavoro e il Monumento Solidarietà-Unione-Fratellanza.
A Mugnano ha sede anche la Banda Nazionale Garibaldina.
Dal prezioso fascicolo “Mugnano il paese dei muri dipinti” a cura della Pro Loco di Mugnano si legge: “L'Associazione Filarmonica "Caduti per la patria" di Mugnano, nasce nel 1924 per volontà di un gruppo di ex combattenti, artigiani appassionati di musica.”
Dal 1983 Mugnano ha ospitato ben 46 artisti che hanno decorato ogni angolo di questa straordinaria cittadina a partire da Antonio Tamburro (Ricordi del passato) fino a José Carlos Araoz (La carità di San Martino, 2017) passando per gli amici Raffaele Tarpani (San Francesco benedicente, 1983) e Stefano Chiacchella (La rivolta del grano 1918, 2016) ed altre bravissime pittrici e pittori.
Ci sono tornato qualche giorno fa per scattare delle fotografie al fine di illustrare questo post e mi sono guardato intorno cercando di immaginare da quale artista e in quale parete verrà realizzato il prossimo murales.
Attendiamo fiduciosi una nuova meraviglia che renderà questo paese ancora più unico.
Viva Mugnano!

Maurizio Leoni

foto Maurizio Leoni, 2017 - opera di Franco Troiani, La danza, 1983


foto Maurizio Leoni, 2017 - opera di Raffaele Tarpani, San Francesco benedicente, 1983


foto di Maurizio Leoni, 2018 - opera di Stefano Chiacchella, La rivolta del grano 1918, 2016

foto di Maurizio Leoni, 2018 - opera di José Carlos Araoz, La carità di San Martino, 2017







lunedì 19 marzo 2018

#074 – Centro Fotografico Tifernate

foto di Remo Odoni










Nella giornata di ieri, nonostante la pioggia incessante, gli schizzi e le buche, Vinicio, la Manu ed io, a bordo della Viciussmobile con tanto di nube tossica interna e vetro appannato, siamo riusciti a vivere una giornata esilarante, densa di amicizia, di fotografi e di fotografia.
Siamo passati dagli apparecchi da acquistare o barattare nella 60° Mostra Mercato di Materiale Fotografico d’Occasione di Umbertide, alla carbonara consumata in trattoria, discutendo tra un bicchiere e l’altro di vecchi e introvabili libri fotografici.

Dopo il rituale del caffè e della mezza grappa eccoci a Città di Castello per presenziare ai due bellissimi eventi organizzati dal Centro Fotografico Tifernate, presieduto dalla bella e brava fotografa Chiara Burzigotti.
All’interno della magnifica cornice di Palazzo Bufalini abbiamo potuto visitare la mostra collettiva “Paesaggi” di trentuno autori del CFT (Alessio Acquisti, Alvaro Tacchini, Andrea Maggini, Andrea Moni, Benedetta Burani, Chiara Burzigotti, Daniele Bricca, Dante Renzacci, Enrico Milanesi, Enzo Marcucci, Federico Puletti, Francesca Maestri, Francesca Meocci, Francesco Capaccioni, Giancarlo Clerici, Gilberto Poccioni, Ilaria Santinelli, Julian Biagini, Laura Rebiscini, Lauredana Biccheri, Lino Sgaravizzi, Matteo Cesari, Nicola Gialli, Pina Petricci, Remo Odoni, Salvatore di Silvestro, Sandro Morvidoni, Silvio Veschi, Sonia Ciabucchi, Stefano Rossi, Valter Scappini).

All’inizio dell’esposizione un cartello sottolineava il rapporto stretto del CTF con la propria città:
In quasi 40 anni di attività il Centro Fotografico Tifernate (fondato nel 1980) ha proposto numerose mostre collettive diventate, annualmente e con cadenza più o meno regolare, un appuntamento atteso e consueto per i soci fotografi e per la cittadinanza. È sempre stato molto forte il legame del CFT con la città e, se vari e numerosi sono stati i temi affrontati, varie sono state anche le sedi che a Città di Castello hanno ospitato le mostre collettive. (…)
Appeso al muro un altro testo presentava la mostra:
La scelta del “paesaggio” come tema per questa mostra è dettata principalmente da un generale interesse per questo genere di fotografia da parte di numerosi soci del Centro Fotografico Tifernate. (…) 31 autori, per altrettante chiavi di lettura del paesaggio, presentano un pezzo di mondo e un pezzo di loro stessi in un percorso espositivo costituito da 150 immagini: piccole ricerche fotografiche, compiute in pochi scatti, o estratti di progetti più ampi, in divenire, scatti piacevoli o dissonanti, scatti a lungo meditati ed elaborati o attimi fuggenti rubati velocemente al tempo e allo spazio.

La ciliegina sulla torta ci è stata offerta dall’incontro pubblico con l’autore umbro Maurizio Biancarelli, fotografo naturalista di livello internazionale, che ci ha allietato con la presentazione, come al solito colta e raffinata, dei suoi “Paesaggi Vivi”, con immagini del grande nord (Islanda) e delle montagne italiane facenti parte di un grande progetto collettivo denominato L'Altro Versante

Tanti complimenti al nostro Maurizio Biancarelli, mille grazie alla presidente del CTF Chiara Burzigotti, al leader storico Enrico Milanesi, all'amica Francesca Meocci e a tutti gli altri amici fotografi che non cito per brevità ma che racchiudo in un unico grande abbraccio.
Un pensiero speciale per il caro amico Marcello Volpi che saluto.

Maurizio Leoni

foto di Manuela Giovagnola

sabato 10 marzo 2018

#073 - Perugia Photo Marathon 2017



Fotografare mi fa star bene e così un po’ per gioco e un po’ per amore decisi di partecipare alla Perugia Photo Marathon 2017 del 21 maggio scorso, una sorta di concorso estemporaneo per fotografi.
Ci siamo ritrovati in pieno centro vestiti tutti con la maglietta d’ordinanza e tutti più o meno armati di attrezzature d’avanguardia, dal fotofonino d'ultimissima generazione all’obiettivo più performante, battagliando ognuno per le proprie capacità e secondo i tre temi che ogni tre ore venivano assegnati.
L’esperienza è stata divertente grazie alle capacità organizzative messe in campo, alla bella giornata di sole e alla magnificenza del nostro capoluogo.
Da ogni dove sbucavano magliette azzurre e persone divertite intente a cogliere il momento decisivo, tanto per dirla alla HCB.
Quest’anno la tappa perugina è stata cancellata e se qualcuno vorrà competere a suon di clik, esprimersi artisticamente o cazzeggiare con gli amici dovrà spostarsi su e giù per il Paese, isole comprese.

Della tappa umbra ho rinvenuto in internet questo video Perugia Photo Marathon - 21 Maggio 2017

Ecco invece le tappe dell’edizione 2018:

aprile - Genova
maggio - Firenze
maggio - Roma
giugno - Reggio Emilia
giugno - Milano
settembre - Torino
ottobre - Palermo

Il sito ufficiale: www.italiaphotomarathon.it

Di seguito le foto che ho presentato l'anno passato per ogni tema assegnato:
Teatro umano

Solido e forte

Saliscendi

Vie d'acqua

Porte aperte

Elemento naturale

Postmoderno

Cari ricordi

L'imbrunire

domenica 4 marzo 2018

#072 – Parco delle Sculture di Brufa

Broken Circle, 2011 opera di Beverly Pepper - foto Leoni 2013

Si celebrerà il 14 marzo 2018 con diverse iniziative in tutto il Paese la seconda edizione della Giornata Nazionale del Paesaggio istituita con Decreto Ministeriale n. 457 del 7 ottobre 2016.

Tutti sanno che le prime norme di tutela e protezione delle bellezze naturali fanno parte del nostro ordinamento giuridico già dal 1939, mentre più recentemente il comma 1 dell’art. 131 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004) ha statuito che “Per paesaggio si intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni”.
Il comma 5 dello stesso articolo recita “La valorizzazione del paesaggio concorre a promuovere lo sviluppo della cultura. A tale fine le amministrazioni pubbliche promuovono e sostengono, per quanto di rispettiva competenza, apposite attività di conoscenza, informazione e formazione, riqualificazione e fruizione del paesaggio nonché, ove possibile, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati. La valorizzazione è attuata nel rispetto delle esigenze della tutela”.
Il Paesaggio pertanto non è solo riconosciuto come un bene da proteggere e tutelare, ma esso stesso rappresenta una qualità culturale e identitaria da promuovere e valorizzare in tutti i modi.
Sono partito molto da lontano per presentarvi un luogo dove i cittadini e le istituzioni hanno saputo conservare l’ambiente rurale esistente impreziosendolo con l’aggiunta di opere d’arte realizzate ogni anno da grandi artisti italiani e stranieri.
Salendo verso l’antico borgo di Brufa, frazione del Comune di Torgiano, il visitatore non solo può beneficiare dell’incantevole panorama umbro che spazia in tutte le direzioni e del paesaggio rurale composto delle Strade dei vini del Cantico, ma anche del meraviglioso Parco delle Sculture di Brufa che va a costituire un unico grande esempio di Land Art.
Nel portale del turismo della Città di Perugia possiamo leggere “Scultori a Brufa. La Strada del Vino e dell’Arte” è un percorso all'aperto di sculture contemporanee realizzate da artisti di fama nazionale ed internazionale, che si snoda lungo il crinale della collina e nel borgo di Brufa.
È frutto di un'esperienza artistica nata nel 1987, per volere della Pro Loco di Brufa, in collaborazione con il Comune di Torgiano, che evidenzia il connubio tra la scultura e il paesaggio agrario, modellato nel corso dei secoli dal lavoro dell’uomo, con la coltivazione della vite e dell'olivo.
Ogni anno viene invitato un artista a collocare in permanenza un’opera sulla collina di Brufa. È un evento importante che presuppone anche l'avvio di un legame dell'artista con gli abitanti del borgo.
Questi sono gli artisti che, in ordine cronologico, hanno partecipato alle trenta edizioni svolte fino al 2016:
Massimo Pierucci, Marcello Sforna, Mario Pizzoni, Agapito Miniucchi, Giuliano Giuman, Aurelio De Felice, Bruno Liberatore, Nino Caruso, Loreno Sguanci, Umberto Mastroianni, Mirta Carroli, Carlo Lorenzetti, Joaquín Roca-Rey, Nicola Carrino, Giuliano Giuliani, Gino Marotta, Eliseo Mattiacci, Mauro Staccioli, Valeriano Trubbiani, Pietro Cascella, Teodosio Magnoni, Federico Brook, Umberto Corsucci, Ettore Consolazione, Beverly Pepper, Federica Marangoni, Marco Mariucci, Tito Amodei, Paolo Pasticci, Hidetoshi Nagasawa.
Nel 2017 è stato invitato lo scultore e architetto Gianni Pettena che ha realizzato una bellissima e interessantissima opera dal titolo Architecture forgiven by nature reinterpretando l’edificio esistente “la botte dell’acqua” che domina in cima al “toppo”.
Quale altra sorpresa artistica ci riserverà la Pro Loco di Brufa nel 2018?


Architecture forgiven by nature, 2017 opera di Gianni Pettena - foto Leoni 2018



L'Equilibrista, 1988 opera di Marcello Sforna - foto Leoni 2018



L'Uomo di Brufa, 2013 opera di Marco Mariucci - foto Leoni 2018



La Porta di Dioniso, 1994 opera di Nino Caruso - sketch Leoni 2018

sabato 17 febbraio 2018

#071 - La Mia Umbria

Pian Grande, 2013 - foto di Enzo Fratalia

Sono nato sotto questo cielo e per questo ringrazio Dio.
Questa terra di mezzo lontano dal mare, oltre che accogliermi quotidianamente, continua ad esercitare su di me sempre lo stesso richiamo intimo e spirituale, donandomi allo stesso tempo conforto, amicizia, sogni e bellezza.
Sarà forse per le mie debolezze che di tanto in tanto ho bisogno di un sostegno speciale che solo un posto così privilegiato può regalarmi.
Come ho già scritto sul mio piccolo libro Umbria Terra Natìa pubblicato da Edizioni Era Nuova nel 2015 "Mi piace pensare di essere un esploratore alla scoperta di terre lontane e invece sono solo un piccolo viaggiatore alla ricerca di se stesso”.
Ecco, il viaggio continua, ne sento il bisogno.
Un nuovo viaggio dell’anima e del cuore per i luoghi che amo di più.
Continuerò a raccontare di me, della mia gente e della mia regione attraverso le immagini della mia fotocamera, gli appunti del mio taccuino e i disegni del mio sketchbook, per chi vorrà ascoltare, leggere e vedere.
Lo farò di volta in volta attraverso le pagine di questo blog, sempre con la voglia d’imparare e mai con la presunzione d’insegnare.
Grazie in anticipo per chi vorrà seguirmi durante questo mio percorso interiore da pellegrino della domenica, da globe-trotter dell’Appennino, da marinaio d’acqua dolce, da nomade del sagrantino.
Arrivederci a presto!
Ciao, M.