venerdì 19 luglio 2013

#016 - Luigi Ghirri - Pensare per immagini



Ispirato dal commento pubblicato su questo blog da parte dell’amica Cecilia Bruschi in ordine al Post #004, torno volentieri ad occuparmi della mostra di Luigi Ghirri al Maxxi di Roma.
Cecilia ha scritto:
“Dunque dopo averla vista ecco alcuni miei pensieri sulla mostra:
Direi che è proprio una mostra fantastica. Non conoscevo tutta questa produzione di immagini. Mi ha colpito molto la parte dedicata all'editoria e all'illustrazione musicale.
La prima parte con la serie dei 250 metri di cartelli pubblicitari è secondo me un'idea brillante e mi pare che rispecchi bene il suo modo di osservare le cose, che normalmente diamo per scontate che ci siano,...a guardare bene si scoprono tante informazioni sul mondo che riprende (molto interessante la riflessione che suggeriva allora nella contemporaneità di quei testi) e geniale l'ultimo scatto!
Ma bello è il percorso che progredisce per epoca e sensibilità del maestro. Le foto notturne mi solleticano molto, i colori e la precisione dello scatto mi sconvolgono. La calma che vi abita, l'aria che ci gira dentro e tu che la respiri, anche quando pare che ti manchi.
Mi è piaciuto anche trovarmi ad osservare per ultima (credo per un puro caso di scelta di percorso personale) la foto del letto di Morandi...secondo me la sintesi perfetta del connubio fra i due maestri. Forse è stato un regalo di qualcuno che dal cielo indirizza i miei passi (ultimamente mi trovo spesso a pensare a mio nonno Agostino, morto che io avevo solo 3 anni, ma che ricordo ancora vagamente nei tratti della mia flebile memoria di allora...dicono che l'insalata che ho piantato nell'orto abbia il sapore di quella che coltivava lui...chissà...).
Poi esci dal Maxxi e cominci a camminare per le strade e mentre guardi il mondo ti sembra di vederlo con gli occhi di Luigi...”.
Sabato 13 luglio anch’io mi sono recato nella capitale per osservare da vicino questa magnifica antologica (più di 300 opere) dell’Uomo delle Pianure, come lo hanno definito affettuosamente i Modena City Ramblers in una canzone dedicata a Ghirri, ed è stata una fortissima emozione.
Sono arrivato al Maxxi all’ora di pranzo, non c’era molta gente e sono rimasto subito colpito dal magnifico contenitore disegnato da Zaha Hadid.
Una volta all’interno, pagato il biglietto e salite le scale sono rimasto incantato dalla proposta culturale e dalla cura maniacale con cui è stata allestita la mostra.
Una giovane studentessa ha ricopiato in un quaderno tutte le didascalie appese al muro che riportavano le citazioni del grande maestro.
Finito il giro ne sono uscito arricchito nell’animo, fortificato da quella visione realistica e poetica allo stesso tempo che solo l’autore emiliano è riuscito a trasmettere.
Prima di andare sono passato nel bookshop per acquistare il prezioso catalogo.
C’è ancora tempo (27 ottobre) per non perdersi questa magia e a chi fosse interessato consiglio di leggere quello che ha scritto uno che se ne intende (Michele Smargiassi) nel blog Fotocrazia a proposito di questa mostra.
Intravedo va in ferie e tornerà il primo settembre. Buone Vacanze.

giovedì 11 luglio 2013

#015 - Centrale Fotografia

Foto di gruppo dell'associazione culturale Centrale Fotografia di Fano (PU)

È sufficiente scorrere le pagine del sito di Centrale Fotografia per avere idea della quantità e della qualità delle iniziative che questa associazione culturale di Fano (PU) riesce a mettere in campo.
Nell’ultimo periodo io stesso ho partecipato il 9 febbario a Pesaro all’iniziativa Pro e Contro “Luigi Ghirri” con Tano D’Amico e Diego Mormorio e il 15-16-17 marzo a Bettona (PG) all’evento “Tre giornate intorno al paesaggio” in collaborazione con Istanti – Fotografia e Cultura.
Leggo invece dalle pagine della prestigiosa rivista “Il Fotografo” che si è appena svolta nello scorso mese di giugno la quinta edizione di Centrale Fotografia, la rassegna annuale sulla fotografia e sull’arte contemporanea a cura di Luca Panaro e Marcello Sparaventi.
L’evento, di grande spessore artistico e culturale, è stato organizzato sempre dall’associazione Centrale Fotografia, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Fano, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, con la compartecipazione del Consiglio Regionale Assemblea Legislativa delle Marche e con il prezioso contributo di altri sponsor.
Lo scopo dichiarato della manifestazione, che manco a dirlo ha avuto grande successo, è quello di fare il punto sull’attuale panorama artistico italiano, attraverso incontri e approfondimenti con autori, allestimento di mostre, conferenze, tavole rotonde e momenti di riflessione sulla fotografia e l’arte contemporanea nel nostro paese.
Negli anni precedenti la rassegna ha puntato i riflettori dapprima sulla Scuola Fotografica Marchigiana ricordando Mario Giacomelli, Giuseppe Cavalli e Luigi Crocenzi (2009), successivamente ha ospitato importanti artisti come Franco Vaccari e Olivo Barbieri (2010), Mario Cresci e Paola Di Bello (2011), Alessandra Spranzi e Paolo Ventura (2012).
Quest’anno gli ospiti d’onore sono stati Andrea Galvani e Paola De Pietri.
Un altro fiore all’occhiello dell’amico Marcello Sparaventi e dell’Associazione Centrale Fotografia che presiede è la  Scuola di Paesaggio dedicata allo studioso di teoria fotografica Roberto Signorini, che nasce dalla passione di divulgare la cultura del territorio, attraverso il linguaggio della fotografia; momento di studio del paesaggio inteso nel senso più lato del termine (storico, ambientale, architettonico, culturale), ma anche luogo di dibattito intorno alla tecnica fotografica applicata all’indagine sul campo (fotografia di paesaggio e di architettura).
La città di Fano (PU) e la Regione Marche, grazie al lavoro serio e competente di Centrale Fotografia, si sta ritagliando uno spazio importante nel panorama culturale italiano, riuscendo a colmare il vuoto di una proposta culturale spesso arida e povera di idee.
Complimenti a loro.

www.centralefotografia.com

sabato 6 luglio 2013

#014 - La fotografia del territorio


© fotografia di Maurizio Leoni

Nella sua corsa frenetica l’uomo divora il mondo attorno a sé e la realtà in continua mutazione appare come un palcoscenico multiforme in costante evoluzione.
Il tempo vola e lo spazio attorno a noi si trasforma velocemente senza lasciare traccia di quello che è stato.
Il paesaggio insomma cambia nel tempo e troppo spesso si è portati a dimenticare e a rimuovere le immagini del nostro passato senza comprendere quelle del presente.
Fortunatamente esiste “la fotografia” che permette di documentare e conservare visivamente la realtà attraverso una sorta di catalogazione che può diventare racconto storico e strumento di approfondimento sociologico.
Nella sua pur breve storia la fotografia si è fatta apprezzare come efficace veicolo di documentazione, testimonianza e memoria fino a divenire strumento di interpretazione e analisi delle trasformazioni del territorio.
Ci sono esempi celebri in Italia e nel Mondo legati soprattutto a committenze pubbliche come:
-         La Farm Security Administration (1935);
-         La Mission photographique de la Datar  (1983);
-         L’Archivio dello spazio / Provincia di Milano (1987);
-         L’Observatoire photographique national du paysage (1989);
-         Linea di confine / Comune di Rubiera (1990);
-         Lodigiano. Immagini dal territorio / Provincia di Lodi (1996);
-         Rimini Atlas / Provincia di Rimini (2006).
Le campagne fotografiche sono state realizzate da singoli autori o gruppi di fotografi opportunamente selezionati per le loro capacità espressive e hanno comportato la realizzazione di un’ampia quantità di immagini che rappresentano un patrimonio di grande valore storico e culturale.
Questi archivi una volta formati possono essere utilizzati in diversi modi:
-         come strumento di indagine e analisi del territorio per la comprensione del paesaggio contemporaneo a fini pianificatori;
-         in maniera scientifica e sistematica per la catalogazione dei “beni architettonici e ambientali”;
-         come strumento di documentazione e conoscenza da utilizzare per la  formazione di una nuova coscienza collettiva di tutela e salvaguardia del territorio e del paesaggio;
-         al fine di documentare nel tempo la realtà come racconto storico, sociologico ed etno-antropologico;
-         come strumento di promozione turistica e culturale del territorio.
Il nostro bel Paese avrebbe un gran bisogno di questo tipo di indagini che nei casi più fortunati sono lasciati all’iniziativa dei singoli mentre per carenza di sensibilità e/o scarsità di fondi le pubbliche amministrazioni investono sempre meno in operazioni di questo tipo.
In controtendenza la Regione Umbria ha deciso di affidare ad una grande firma della fotografia internazionale (Steve McCurry) l’incarico di realizzare un lavoro per promuovere e documentare il nostro meraviglioso territorio ricco di storia, di cultura e di tradizioni.
Qualcosa ho intravisto.
Sono curioso di vedere il resto.