mercoledì 25 settembre 2013

#021 - Eugenio Turri


Ho scoperto Eugenio Turri (1927-2005) per caso mentre gironzolavo in internet alla ricerca di qualcosa da leggere sul paesaggio.
Appena ho individuato questo libro di Turri intitolato “Il paesaggio come teatro. Dal territorio vissuto al territorio rappresentato” l’ho subito aggiunto tra i desiderata del mio catalogo on line su www.librarything.it e sono corso in libreria ad ordinarlo.
Quando riesco a prendere in mano il volume edito da Marsilio, Venezia (prima edizione 1998 – sesta edizione 2010) ISBN 978-88-317-6865-8, vedo che lo stesso è avvolto da una fascetta rossa con su scritta una citazione di Marco Paolini “Il libro che mi ha fatto capire la differenza tra l’essere soltanto residenti o pienamente abitanti di un luogo”.
Tombola!! Non l’ho ancora aperto e sfogliato e già me ne sono innamorato.
Adesso che l’ho letto posso dire che Eugenio Turri, veronese, geografo, viaggiatore e scrittore è stato una bellissima scoperta e che questo testo rappresenta un vademecum importantissimo per chi a qualsiasi titolo si occupa di paesaggio, di territorio e non solo.
Politici, urbanisti, paesaggisti, geografi, storici, fotografi e i cittadini tutti.
Nell’introduzione (pag. 13) si legge “La concezione del paesaggio come teatro sottintende che l’uomo e le società si comportano nei confronti del territorio in cui vivono in duplice modo: come attori che trasformano, in senso ecologico, l’ambiente di vita, imprimendovi il segno della propria azione, e come spettatori che sanno guardare e capire il senso del loro operare sul territorio”.
Andando avanti il libro si fa sempre più interessante offrendosi come utile strumento per diffondere quell’”educazione a vedere” che rappresenta un’azione fondamentale al fine di stabilire un rapporto positivo con il territorio che ci ospita, sviluppandone le potenzialità in quanto “spazio di vita” e preservandolo nelle sue qualità in quanto “specchio di sé”.
Da ultimo (pag. 118) “Nei rispetti del paesaggio i fotografi si trovano ad essere al tempo stesso attori e spettatori. E come spettatori lo fissano, lo catturano per offrirlo ad altri. Si fanno mediatori di una grande e fondamentale opera di teatralizzazione del paesaggio”.
Buona lettura.

www.eugenioturri.it

martedì 17 settembre 2013

#020 - Wiki loves monuments Italia


© fotografia di Maurizio Leoni

C’è tempo fino al 30 settembre per caricare le foto dei monumenti di Perugia e di altre città italiane su www.wikilovesmonuments.it e partecipare al concorso fotografico che tende a documentare e valorizzare il patrimonio culturale italiano su Wikipedia.
Anche il Comune di Perugia ha aderito all'edizione 2013 con l’obiettivo di dare visibilità ai beni culturali e ai monumenti della città e ieri pomeriggio all'Oratorio di San Benedetto ha avuto luogo la presentazione dell'iniziativa e dei beni monumentali e paesaggistici di Perugia selezionati per essere oggetto del concorso.
All’iniziativa promossa dal Consigliere Comunale Nicola Mariuccini hanno partecipato Wladimiro Boccali (Sindaco di Perugia), Alessandro Riccini Ricci (Immaginario Festival), Paolo Belardi (Accademia Belle Arti), Frieda Brioschi (Presidente Wikimadia Italia) ed altre personalità del mondo culturale umbro.

Info e modalità di partecipazione al concorso nel sito dedicato all'iniziativa:
http://www.wikilovesmonuments.it/

martedì 10 settembre 2013

#019 - Andrea Botto

KA-BOOM 17 (Rapallo, 2009 ed-7) © fotografia di Andrea Botto

Il mio interesse per la fotografia di paesaggio mi ha portato qualche anno fa a conoscere personalmente Andrea Botto, giovane autore e professionista ligure, che rappresenta più di una speranza per il futuro della fotografia italiana.
Ospite dell’associazione ISTANTI – Fotografia e Cultura nella prima edizione di Montegabbione Fotografia (2010), Andrea ha tenuto un workshop sulla Fotografia del Territorio, distinguendosi per le sue doti umane e professionali.
Come recitano le notizie autobiografiche sul suo stesso sito “A. B. nasce a Rapallo (GE) nel 1973, dove vive e lavora. Attento alle contaminazioni con i diversi linguaggi dell'arte contemporanea, usa la fotografia come sezione del mondo, per metterne a nudo le stratificazioni. Dal 1999 espone la sua ricerca in mostre collettive e personali, in Italia e all'estero. Insegna all'Istituto Europeo di Design di Torino ed è direttore artistico della rassegna annuale Rapallo Fotografia Contemporanea. Sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private”.
Come tutti possono leggere sullo stesso spazio web l’autore sintetizza in pochi concetti chiave (Traccia – Limite - Tempo) quelli che sono i cardini della sua ricerca e del suo lavoro sul campo.
Molte sono le attività e le pubblicazioni che Andrea Botto ha già al suo attivo ma tra le cose che più mi hanno impressionato ci sono due serie:
La prima "Tutto in una notte", realizzata tra il 2003 e il 2006 durante la demolizione notturna di alcuni ponti dell'autostrada A1 Milano - Bologna, per il passaggio della nuova linea ferroviaria veloce TAV, è una ricerca sul tempo. Il tempo-limite di ogni cantiere, che deve durare dalle 22 del sabato alle 6 della domenica successiva, quando il traffico autostradale viene chiuso in entrambe le direzioni, ma anche il tempo sospeso e dilatato di una rappresentazione teatrale, senza prove generali nè repliche, i cui attori principali sono uomini e macchine.
La seconda serie, ancora in progress, dal titolo “KA-BOOM” (onomatopeico ma anche ironico, visto il cognome dell'autore), è dedicata alle esplosioni e a come l’esplosivo viene usato in diversi ambiti civili, dalla demolizione, alla bonifica ambientale, fino alla pirotecnica.
Tutte le immagini sono prese con una macchina grande formato 4x5 pollici, quindi un solo scatto e buona fortuna!
Il progetto vuole rappresentare un'entropia, attraverso la metafora del mondo contemporaneo, della sua dissoluzione e distruzione, cui assistiamo ogni giorno da spettatori. Uno spettacolo sublime, che attira e respinge al tempo stesso; doloroso, ma forse necessario per poter poi ricostruire e rinnovare.

mercoledì 4 settembre 2013

#018 - Urban Sketchers


© disegno di Marcello Volpi

Non di sola fotografia vive il paesaggio.
Gli Urban Sketchers sono artisti che praticano il “disegno sul posto” nelle città, nei paesi e nei villaggi di tutto il pianeta.
Leggo in internet che il motto USK è “Mostriamo il mondo, un disegno alla volta” condividendo i disegni, il lavoro, la vita e le attività tra loro connesse tramite l’utilizzo di blog e social network.
Il loro manifesto è costituito da poche e semplici regole:
- Disegniamo sul posto, all'aperto o al chiuso, catturando ciò che vediamo con la diretta osservazione.
- I nostri disegni raccontano la storia di ciò che ci circonda, dei luoghi in cui viviamo e di quelli dove viaggiamo.
- I nostri disegni sono una registrazione del tempo e dello spazio.
- Siamo fedeli alle scene che osserviamo.
- Utilizziamo per disegnare ogni genere di strumento e preserviamo il nostro stile individuale.
- Ci sosteniamo a vicenda e disegniamo insieme.
- Condividiamo i nostri disegni online.
- Mostriamo il mondo, un disegno alla volta.
Quello degli Urban Sketchers è pertanto un gruppo eterogeneo di persone che si ritrova in ogni parte del mondo accomunato dalla passione del disegno improvvisato e realizzato in diretta su ogni tipo di supporto con le più disparate tecniche.
Anche dalle nostre parti ci sono degli appassionati ed è stato organizzato un workshop qui vicino dal titolo “Urban Sketchers Tuscany – Tribute to Piero della Francesca” che si svolgerà dal 4 al 6 ottobre 2013 nelle città di Sansepolcro e Anghiari e al quale parteciperanno Gérard Michel e Lapin.
Buon divertimento.

domenica 1 settembre 2013

#017 - Trasumenum Mare Nostrum

© fotografie di Maurizio Leoni

Come tutti sanno l’Umbria, vera e propria “terra di mezzo”, è l’unica delle regioni italiane peninsulari a non essere bagnata dal mare, anzi, per la particolare conformazione del suo territorio si è guadagnata il nomignolo di “cuore verde d’Italia”.
L’unico specchio d’acqua di rilievo è il Lago Trasimeno che con i suoi 128 chilometri quadrati è il quarto lago italiano, con tre isole (Polvese, Maggiore e Minore), una grande storia e diversi centri di grande interesse.
Il Trasimeno è anche la meta preferita dei perugini per le passeggiate domenicali, le scampagnate estive, le gite in barca, gli sciacquettii e le tintarelle varie.
Per quanto mi riguarda l’ambiente lacustre è divenuto nel tempo uno spazio con cui relazionarmi nella quiete delle giornate autunnali o invernali, un luogo dove guardarsi dentro e fare i conti con se stesso, un posto dove perdermi per poi ritrovarmi.
La fotocamera che mi ha accompagnato in questo mio viaggio non è stata altro che il tramite tra la parte più profonda di me stesso e i luoghi che hanno accolto questa mia istanza di intimità.
L’obiettivo è stato quello di riscoprire, attraverso la solitudine del gesto meccanico, il desiderio di silenzio e di assenza usando il territorio e l’ambiente come metafora di sé e come specchio dell’anima.