sabato 20 dicembre 2014

#046 - Viaggio in un paesaggio terrestre



Penso che a volte per leggere un libro bisogna aspettare un momento preciso, cioè attendere fino a quando non si è pronti ad accoglierlo e farlo proprio.
Questo mi è successo con Viaggio in un paesaggio terrestre di Vittore Fossati e Giorgio Messori acquistato il 16 aprile 2013 e che solo oggi, non so bene perché, sono riuscito a leggere compiutamente ed apprezzare appieno.
Senz'altro non riuscirò a restituire con le parole le emozioni che ho provato nel leggere questo libro composto da immagini e narrazioni, ma posso sicuramente affermare che nel momento stesso in cui sono riuscito a calarmi in esso mi è sembrato subito tutto familiare, fino a provare un sentimento di amicizia nei confronti di coloro che questo libro lo hanno pensato, scritto, prodotto, realizzato.
Vittore Fossati è un fotografo che vorrei senz'altro incontrare tanto mi affascina il suo lavoro e la sua persona per quel poco che sono riuscito a intercettare su di lui nei moderni mezzi di comunicazione.
Lo stesso discorso vale per Giorgio Messori che non conoscevo affatto ma che attraverso questo libro ho imparato ad amare ed apprezzare, salvo poi apprendere con grande tristezza che non è più tra noi a causa di una malattia che lo ha portato via prematuramente nel 2006.
Tornando al libro, Viaggio in un paesaggio terrestre è per l’appunto un “viaggio” che i due amici, l’uno fotografo e l’altro scrittore intraprendono al fine di realizzare un libro illustrato sul paesaggio partendo da un luogo dell’Appennino reggiano fino “a cercare di ritrovare luoghi descritti da poeti e pittori che avevano messo il paesaggio, e l’arte di rappresentarlo, in un punto vitale della loro opera e dei loro pensieri”.
Questo testo, qualora ce ne fosse bisogno, rappresenta uno splendido esempio di come la fotografia e la scrittura possono convivere benissimo all’interno dello stesso contenitore e come gli stessi autori affermano “Abbiamo anche sempre tenuto conto che il libro era un progetto comune che doveva travalicare le rispettive competenze, il fatto che uno scrivesse e l’altro fotografasse. Perciò non sarebbe nemmeno giusto distinguere due autori, perché molte cose scritte nascono dal fotografo, e alcune inquadrature sono state suggerite dallo scrittore”.
Buon Natale.

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lunedì 8 dicembre 2014

#045 - Walker Evans


Uno degli assoluti protagonisti della stagione contrassegnata dall’esperienza della Farm Security Administration (FSA) è stato sicuramente Walker Evans (1903-1975) che con la sua opera non solo ci ha lasciato un patrimonio inestimabile di documenti fotografici di grande valore ma ha influenzato con il suo linguaggio il modo di fotografare delle successive generazioni di fotografi in tutto il mondo.
In Italia le fotografie di Walker Evans oltre che plasmare i fotografi del tempo, suggestionarono gli autori del cinema neorealista e più tardi ispirarono persino il geniale lavoro di Luigi Ghirri.
Evans fu un pioniere della “straight photography” mettendo al primo posto la realtà, servendosi del moderno mezzo fotografico come strumento di verità e di testimonianza.
Scrive Roberta Valtorta a pag. 114 del suo libro “Il pensiero dei fotografi – Un percorso nella storia della fotografia dalle origini a oggi” edito da Bruno Mondatori (collana Campus) nel 2008, ricerca iconografica a cura di Giovanna Calvenzi ISBN 9788861592483:
L’America viva, vera, tra l’industrializzazione e un passato agricolo, è invece il grande tema sul quale lavora, a partire dagli anni Trenta, Walker Evans, l’indiscusso maestro della fotografia documentaria. La sua fotografia diretta mostra l’ambiente contadino, la provincia, le periferie urbane, le architetture industriali, le pubblicità, le strade e distributori di benzina, i pali della luce e la segnaletica stradale, le automobili, i segni del cambiamento capitalistico di una civiltà che si avvia verso un benessere carico di contraddizioni, solitudini, malinconie.
Ci vuole poco a capire che il grande maestro americano è il padre della maggior parte delle fotografie che ancora oggi vediamo e ammiriamo nelle gallerie, nei musei, nelle riviste, sui libri, in internet e anche (con devozione e rispetto) nelle nostre ricerche.
Il libro che ho in casa è un testo in inglese di 368 pagine dal titolo Walker Evans - The Hungry Eye di John T. Hill e Gilles Mora edito da Thames & Hudson del 2004 ISBN 9780500285299 con 470 illustrazioni di cui 25 a colori e di piccole dimensioni 201 x 162 x 21 mm.
Spero quanto prima di poterne acquistare di nuovi (o usati) con immagini più grandi, magari in italiano.