giovedì 12 dicembre 2013

#027 - Luogo e identità nella fotografia italiana contemporanea












Un volume che non può assolutamente mancare nella biblioteca di un fotografo di territorio e di paesaggio è la recente pubblicazione dal titolo “Luogo e identità nella fotografia italiana contemporanea” a cura di Roberta Valtorta.
Il libro edito da Giulio Einaudi fa parte della collana Piccola Biblioteca Einaudi, ISBN 978-88-06-21490-6 con in copertina una foto di Guido Guidi del 2002.
Le 350 pagine illustrate sono composte da quattro contributi importanti:
-         In cerca di luoghi (non si trattava solo di paesaggio) di Roberta Valtorta;
-         Il luogo e la scena: la città come testo fotografico di Antonello Frongia;
-         Attualità del documentario di William Guerrieri;
-         Narrazioni collettive dello spazio pubblico di Matteo Balduzzi.
Dalla quarta di copertina “Questo volume è dedicato al legame tra l’uomo contemporaneo e i territori che abita, così come è stato affrontato dalla fotografia italiana dagli anni Settanta fino ai giorni nostri.”

Molto interessante.

venerdì 29 novembre 2013

#026 - Guido Guidi



Oggi chiuderà i battenti la prima mostra fotografica romana di Guido Guidi intitolata “Cinque paesaggi, 1983 – 1993” la quale era stata felicemente inaugurata il 20 settembre.
Tanto per cambiare ho aspettato fino all’ultimo respiro per poterla visitare, complice il fatto che la mostra stessa rimaneva aperta dal lunedì al venerdì mentre i miei giorni liberi sono, guardacaso, il sabato e la domenica.
Ieri ho dovuto prendere un giorno di ferie per compiere il mio strano quanto spezzettato viaggio verso la capitale.
Da Bastia Umbra dove abito sono arrivato fino ad Orte in auto, da Orte fino a Roma Termini con un  treno regionale, da Roma Termini fino al Circo Massimo con la Linea B della metropolitana e dal Circo Massimo fino all’ICCD (istituto centrale per il catalogo e la documentazione) dove si teneva l’esposizione a piedi.
Nel testo di presentazione della rassegna si legge che “le 130 fotografie in mostra, per il loro stile “documentario”, forniscono una descrizione accurata e anti-retorica di luoghi considerati marginali dall’iconografia ufficiale; allo stesso tempo, a distanza di trent’anni esse assumono già un inestimabile valore storico a fronte delle rapidissime trasformazioni subite dal paesaggio e nel contesto della rinnovata attenzione portata su di esso dalla cultura urbanistica e paesaggistica”.
Dal canto mio aggiungerei che la visione colta del maestro cesenate oltre che ispirare un’attenta riflessione sul paesaggio contemporaneo e sulle sue trasformazioni ci meraviglia con una rappresentazione della realtà dai toni pacati e dal linguaggio semplice e complesso allo stesso tempo, “per il quale fotografare è anzitutto cercare soluzioni possibili al problema del guardare”.
Il catalogo, ISBN 978-88-905072-2-9, edito da Postcart / iccd, a cura di Antonello Frongia e Laura Moro è ben fatto e non può mancare nelle biblioteche di fotografi e appassionati di questo tipo di fotografia.

Per chi avesse perso la mostra, la bella notizia è che la stessa sarà replicata a Cesena, nello spazio espositivo del Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna dal 17 dicembre al 19 gennaio.

lunedì 18 novembre 2013

#025 - George Tatge


Quando devi scrivere un piccolo pezzo su una celebrità della fotografia come George Tatge per tanti motivi tutto diventa più difficile:
Uno – Perché è già stata scritta così tanta roba su di lui che è quasi impossibile aggiungere ancora qualcosa di interessante da poter mostrare su questa umile finestra sul web.
Due – Perché ho imparato ad apprezzare ed amare così tanto il suo modo assolutamente “slowly” di fare fotografia che per me rappresenta molto più di un punto di riferimento. La stessa Giovanna Calvenzi su sul Corriere della Sera del 7 agosto 2012 ha scritto su di lui un bellissimo articolo intitolato Sguardo veloce, procedimento lento che è tutto un dire.
Tre – Perché dopo aver avuto la fortuna di conoscere George personalmente, la stima e l’affetto per la persona ha quasi superato quella per il fotografo, casomai fossero le stesse separabili l’una dall'altra.
La sua biografia è degna di un romanzo e sul suo sito georgetatge.com comincia così “George Tatge è nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano. Ha trascorso l’adolescenza tra l’Europa ed il Medio Oriente prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Laureato in letteratura inglese, incominciò a studiare la fotografia con l’ungherese Michael Simon. Si trasferì in Italia nel 1973”.
Da umbro mi piace ricordare che per 12 anni ha soggiornato a Todi e che il suo primo libro è stato “Perugia terra vecchia, terra nuova” del 1984.
Altro momento significativo da sottolineare della sua immensa carriera è che Tatge “Dal 1986 a 2003 è stato dirigente tecnico-fotografico della Fratelli Alinari di Firenze”.
Un caro saluto a George e un abbraccio a tutti i visitatori (sempre più numerosi) di questo blog.



sabato 2 novembre 2013

#024 - L'Archivio dello Spazio



Quando qualche tempo fa affrontammo l’argomento a me tanto caro della fotografia del territorio, si fece riferimento ad alcuni esempi di committenza pubblica che si distinsero “come efficace veicolo di documentazione, testimonianza e memoria”.
Uno degli esempi più celebri di indagine del paesaggio contemporaneo, in Italia e nel mondo, è il progetto “Archivio dello Spazio”, che prese il via nei magnifici anni ottanta e che ha comportato una lunga serie di campagne fotografiche sul territorio della Provincia di Milano le quali hanno avuto fine dieci anni dopo nel 1997.
Nel 1987 infatti undici fotografi per primi (Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Cesare Colombo, Mario Cresci, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Pepi Merisio, Massimo Pacifico e George Tatge) vengono incaricati di esplorare il territorio provinciale milanese facendo riferimento a precise tipologie architettoniche, monumentali e ambientali al fine di ricostruire il rapporto tra il bene fotografato e il contesto nel quale in quel momento è inserito.
Da questa magnifica esperienza nascerà il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI).
Per chi volesse approfondire si segnala tra gli altri il libro Quaderno di Villa Ghirlanda n. 6 “Fotografia e committenza pubblica. Esperienze storiche e contemporanee” Lupetti, 2009 ISBN 9788883911972 a cura di Roberta Valtorta direttrice del museo.

giovedì 17 ottobre 2013

#023 - Augusto Pieroni a Montegabbione (TR)



La fotografia è creativa? E quando? Ma soprattutto come o perché? Il problema è che non ci sono molte risposte disponibili; il bello, invece, sta nel fatto che, una volta riorganizzato il metodo con cui ci poniamo simili domande socratiche, siamo già a buon punto. L’incontro, pensato per essere accessibile da un’audience vasta e non ossessivamente specialistica, mette a fuoco queste domande attraverso un excursus sulle questioni della creatività e sull’analisi dei linguaggi fotografici, ma anche mediante un dialogo aperto. Ne dovrebbe risultare un incrocio non banale tra fenomenologie, strutture grammaticali/sintattiche ed intenti espressivi della fotografia.

Vi aspettiamo.

www.fototensioni.net

mercoledì 9 ottobre 2013

#022 - Gérard Michel e Lapin Barcelona




Mercoledì 4 settembre 2013 pubblicai sempre su questo blog il Post #018 dal titolo Urban Sketchers, annunciando così l’imminente svolgimento in quel di Sansepolcro (AR) e dintorni, dal 4 al 6 ottobre, del workshop “Urban Sketchers Tuscany – Tribute to Piero della Francesca”.
Tornando sull’argomento ammetto con assoluta trasparenza che, col senno del poi, parlavo di un mondo che non conoscevo e che nemmeno lontanamente immaginavo.
Morale della favola, risparmiandovi i motivi di come tutto questo sia potuto accadere, a questo meraviglioso symposium altotiberino ho partecipato anch’io.
Tre giorni piacevolissimi abilmente organizzati da Fabio Piccini, guidati dai maestri Gérard Michel e Lapin Barcelona e con la partecipazione di celebri disegnatori italiani e stranieri come ad esempio Julie, Blasco, Carmen, Fabio C., Francesco, Marcello e tante altre belle persone che saluto.

Sui risultati dei miei lavori (matita e acquarelli alla mano) sorvolo elegantemente, ma vi devo confessare che mi si è aperto un orizzonte che spero possa avere delle conseguenze interessanti, soprattutto dopo che avrò fatto un po’ di esercizio … anzi parecchio.
Insomma, come avrete capito, mi sono lasciato influenzare dalle bellezza di questo tipo di espressione artistica, fino al punto che spero di poter diventare un Urban Sketcher anch’io.
Della serie: “Se son rose fioriranno”.
Archiviata questa grandiosa esperienza che tanto mi ha arricchito, sono sempre più convinto che se si vuole raccontare qualcosa il mezzo non conta (cinema, scultura, letteratura, fotografia, pittura, ecc.) ma la cosa veramente importante e assolutamente insostituibile è avere qualcosa da dire.
Sembrerebbe scontato, ma scontato non è.

mercoledì 25 settembre 2013

#021 - Eugenio Turri


Ho scoperto Eugenio Turri (1927-2005) per caso mentre gironzolavo in internet alla ricerca di qualcosa da leggere sul paesaggio.
Appena ho individuato questo libro di Turri intitolato “Il paesaggio come teatro. Dal territorio vissuto al territorio rappresentato” l’ho subito aggiunto tra i desiderata del mio catalogo on line su www.librarything.it e sono corso in libreria ad ordinarlo.
Quando riesco a prendere in mano il volume edito da Marsilio, Venezia (prima edizione 1998 – sesta edizione 2010) ISBN 978-88-317-6865-8, vedo che lo stesso è avvolto da una fascetta rossa con su scritta una citazione di Marco Paolini “Il libro che mi ha fatto capire la differenza tra l’essere soltanto residenti o pienamente abitanti di un luogo”.
Tombola!! Non l’ho ancora aperto e sfogliato e già me ne sono innamorato.
Adesso che l’ho letto posso dire che Eugenio Turri, veronese, geografo, viaggiatore e scrittore è stato una bellissima scoperta e che questo testo rappresenta un vademecum importantissimo per chi a qualsiasi titolo si occupa di paesaggio, di territorio e non solo.
Politici, urbanisti, paesaggisti, geografi, storici, fotografi e i cittadini tutti.
Nell’introduzione (pag. 13) si legge “La concezione del paesaggio come teatro sottintende che l’uomo e le società si comportano nei confronti del territorio in cui vivono in duplice modo: come attori che trasformano, in senso ecologico, l’ambiente di vita, imprimendovi il segno della propria azione, e come spettatori che sanno guardare e capire il senso del loro operare sul territorio”.
Andando avanti il libro si fa sempre più interessante offrendosi come utile strumento per diffondere quell’”educazione a vedere” che rappresenta un’azione fondamentale al fine di stabilire un rapporto positivo con il territorio che ci ospita, sviluppandone le potenzialità in quanto “spazio di vita” e preservandolo nelle sue qualità in quanto “specchio di sé”.
Da ultimo (pag. 118) “Nei rispetti del paesaggio i fotografi si trovano ad essere al tempo stesso attori e spettatori. E come spettatori lo fissano, lo catturano per offrirlo ad altri. Si fanno mediatori di una grande e fondamentale opera di teatralizzazione del paesaggio”.
Buona lettura.

www.eugenioturri.it

martedì 17 settembre 2013

#020 - Wiki loves monuments Italia


© fotografia di Maurizio Leoni

C’è tempo fino al 30 settembre per caricare le foto dei monumenti di Perugia e di altre città italiane su www.wikilovesmonuments.it e partecipare al concorso fotografico che tende a documentare e valorizzare il patrimonio culturale italiano su Wikipedia.
Anche il Comune di Perugia ha aderito all'edizione 2013 con l’obiettivo di dare visibilità ai beni culturali e ai monumenti della città e ieri pomeriggio all'Oratorio di San Benedetto ha avuto luogo la presentazione dell'iniziativa e dei beni monumentali e paesaggistici di Perugia selezionati per essere oggetto del concorso.
All’iniziativa promossa dal Consigliere Comunale Nicola Mariuccini hanno partecipato Wladimiro Boccali (Sindaco di Perugia), Alessandro Riccini Ricci (Immaginario Festival), Paolo Belardi (Accademia Belle Arti), Frieda Brioschi (Presidente Wikimadia Italia) ed altre personalità del mondo culturale umbro.

Info e modalità di partecipazione al concorso nel sito dedicato all'iniziativa:
http://www.wikilovesmonuments.it/

martedì 10 settembre 2013

#019 - Andrea Botto

KA-BOOM 17 (Rapallo, 2009 ed-7) © fotografia di Andrea Botto

Il mio interesse per la fotografia di paesaggio mi ha portato qualche anno fa a conoscere personalmente Andrea Botto, giovane autore e professionista ligure, che rappresenta più di una speranza per il futuro della fotografia italiana.
Ospite dell’associazione ISTANTI – Fotografia e Cultura nella prima edizione di Montegabbione Fotografia (2010), Andrea ha tenuto un workshop sulla Fotografia del Territorio, distinguendosi per le sue doti umane e professionali.
Come recitano le notizie autobiografiche sul suo stesso sito “A. B. nasce a Rapallo (GE) nel 1973, dove vive e lavora. Attento alle contaminazioni con i diversi linguaggi dell'arte contemporanea, usa la fotografia come sezione del mondo, per metterne a nudo le stratificazioni. Dal 1999 espone la sua ricerca in mostre collettive e personali, in Italia e all'estero. Insegna all'Istituto Europeo di Design di Torino ed è direttore artistico della rassegna annuale Rapallo Fotografia Contemporanea. Sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private”.
Come tutti possono leggere sullo stesso spazio web l’autore sintetizza in pochi concetti chiave (Traccia – Limite - Tempo) quelli che sono i cardini della sua ricerca e del suo lavoro sul campo.
Molte sono le attività e le pubblicazioni che Andrea Botto ha già al suo attivo ma tra le cose che più mi hanno impressionato ci sono due serie:
La prima "Tutto in una notte", realizzata tra il 2003 e il 2006 durante la demolizione notturna di alcuni ponti dell'autostrada A1 Milano - Bologna, per il passaggio della nuova linea ferroviaria veloce TAV, è una ricerca sul tempo. Il tempo-limite di ogni cantiere, che deve durare dalle 22 del sabato alle 6 della domenica successiva, quando il traffico autostradale viene chiuso in entrambe le direzioni, ma anche il tempo sospeso e dilatato di una rappresentazione teatrale, senza prove generali nè repliche, i cui attori principali sono uomini e macchine.
La seconda serie, ancora in progress, dal titolo “KA-BOOM” (onomatopeico ma anche ironico, visto il cognome dell'autore), è dedicata alle esplosioni e a come l’esplosivo viene usato in diversi ambiti civili, dalla demolizione, alla bonifica ambientale, fino alla pirotecnica.
Tutte le immagini sono prese con una macchina grande formato 4x5 pollici, quindi un solo scatto e buona fortuna!
Il progetto vuole rappresentare un'entropia, attraverso la metafora del mondo contemporaneo, della sua dissoluzione e distruzione, cui assistiamo ogni giorno da spettatori. Uno spettacolo sublime, che attira e respinge al tempo stesso; doloroso, ma forse necessario per poter poi ricostruire e rinnovare.

mercoledì 4 settembre 2013

#018 - Urban Sketchers


© disegno di Marcello Volpi

Non di sola fotografia vive il paesaggio.
Gli Urban Sketchers sono artisti che praticano il “disegno sul posto” nelle città, nei paesi e nei villaggi di tutto il pianeta.
Leggo in internet che il motto USK è “Mostriamo il mondo, un disegno alla volta” condividendo i disegni, il lavoro, la vita e le attività tra loro connesse tramite l’utilizzo di blog e social network.
Il loro manifesto è costituito da poche e semplici regole:
- Disegniamo sul posto, all'aperto o al chiuso, catturando ciò che vediamo con la diretta osservazione.
- I nostri disegni raccontano la storia di ciò che ci circonda, dei luoghi in cui viviamo e di quelli dove viaggiamo.
- I nostri disegni sono una registrazione del tempo e dello spazio.
- Siamo fedeli alle scene che osserviamo.
- Utilizziamo per disegnare ogni genere di strumento e preserviamo il nostro stile individuale.
- Ci sosteniamo a vicenda e disegniamo insieme.
- Condividiamo i nostri disegni online.
- Mostriamo il mondo, un disegno alla volta.
Quello degli Urban Sketchers è pertanto un gruppo eterogeneo di persone che si ritrova in ogni parte del mondo accomunato dalla passione del disegno improvvisato e realizzato in diretta su ogni tipo di supporto con le più disparate tecniche.
Anche dalle nostre parti ci sono degli appassionati ed è stato organizzato un workshop qui vicino dal titolo “Urban Sketchers Tuscany – Tribute to Piero della Francesca” che si svolgerà dal 4 al 6 ottobre 2013 nelle città di Sansepolcro e Anghiari e al quale parteciperanno Gérard Michel e Lapin.
Buon divertimento.

domenica 1 settembre 2013

#017 - Trasumenum Mare Nostrum

© fotografie di Maurizio Leoni

Come tutti sanno l’Umbria, vera e propria “terra di mezzo”, è l’unica delle regioni italiane peninsulari a non essere bagnata dal mare, anzi, per la particolare conformazione del suo territorio si è guadagnata il nomignolo di “cuore verde d’Italia”.
L’unico specchio d’acqua di rilievo è il Lago Trasimeno che con i suoi 128 chilometri quadrati è il quarto lago italiano, con tre isole (Polvese, Maggiore e Minore), una grande storia e diversi centri di grande interesse.
Il Trasimeno è anche la meta preferita dei perugini per le passeggiate domenicali, le scampagnate estive, le gite in barca, gli sciacquettii e le tintarelle varie.
Per quanto mi riguarda l’ambiente lacustre è divenuto nel tempo uno spazio con cui relazionarmi nella quiete delle giornate autunnali o invernali, un luogo dove guardarsi dentro e fare i conti con se stesso, un posto dove perdermi per poi ritrovarmi.
La fotocamera che mi ha accompagnato in questo mio viaggio non è stata altro che il tramite tra la parte più profonda di me stesso e i luoghi che hanno accolto questa mia istanza di intimità.
L’obiettivo è stato quello di riscoprire, attraverso la solitudine del gesto meccanico, il desiderio di silenzio e di assenza usando il territorio e l’ambiente come metafora di sé e come specchio dell’anima.

venerdì 19 luglio 2013

#016 - Luigi Ghirri - Pensare per immagini



Ispirato dal commento pubblicato su questo blog da parte dell’amica Cecilia Bruschi in ordine al Post #004, torno volentieri ad occuparmi della mostra di Luigi Ghirri al Maxxi di Roma.
Cecilia ha scritto:
“Dunque dopo averla vista ecco alcuni miei pensieri sulla mostra:
Direi che è proprio una mostra fantastica. Non conoscevo tutta questa produzione di immagini. Mi ha colpito molto la parte dedicata all'editoria e all'illustrazione musicale.
La prima parte con la serie dei 250 metri di cartelli pubblicitari è secondo me un'idea brillante e mi pare che rispecchi bene il suo modo di osservare le cose, che normalmente diamo per scontate che ci siano,...a guardare bene si scoprono tante informazioni sul mondo che riprende (molto interessante la riflessione che suggeriva allora nella contemporaneità di quei testi) e geniale l'ultimo scatto!
Ma bello è il percorso che progredisce per epoca e sensibilità del maestro. Le foto notturne mi solleticano molto, i colori e la precisione dello scatto mi sconvolgono. La calma che vi abita, l'aria che ci gira dentro e tu che la respiri, anche quando pare che ti manchi.
Mi è piaciuto anche trovarmi ad osservare per ultima (credo per un puro caso di scelta di percorso personale) la foto del letto di Morandi...secondo me la sintesi perfetta del connubio fra i due maestri. Forse è stato un regalo di qualcuno che dal cielo indirizza i miei passi (ultimamente mi trovo spesso a pensare a mio nonno Agostino, morto che io avevo solo 3 anni, ma che ricordo ancora vagamente nei tratti della mia flebile memoria di allora...dicono che l'insalata che ho piantato nell'orto abbia il sapore di quella che coltivava lui...chissà...).
Poi esci dal Maxxi e cominci a camminare per le strade e mentre guardi il mondo ti sembra di vederlo con gli occhi di Luigi...”.
Sabato 13 luglio anch’io mi sono recato nella capitale per osservare da vicino questa magnifica antologica (più di 300 opere) dell’Uomo delle Pianure, come lo hanno definito affettuosamente i Modena City Ramblers in una canzone dedicata a Ghirri, ed è stata una fortissima emozione.
Sono arrivato al Maxxi all’ora di pranzo, non c’era molta gente e sono rimasto subito colpito dal magnifico contenitore disegnato da Zaha Hadid.
Una volta all’interno, pagato il biglietto e salite le scale sono rimasto incantato dalla proposta culturale e dalla cura maniacale con cui è stata allestita la mostra.
Una giovane studentessa ha ricopiato in un quaderno tutte le didascalie appese al muro che riportavano le citazioni del grande maestro.
Finito il giro ne sono uscito arricchito nell’animo, fortificato da quella visione realistica e poetica allo stesso tempo che solo l’autore emiliano è riuscito a trasmettere.
Prima di andare sono passato nel bookshop per acquistare il prezioso catalogo.
C’è ancora tempo (27 ottobre) per non perdersi questa magia e a chi fosse interessato consiglio di leggere quello che ha scritto uno che se ne intende (Michele Smargiassi) nel blog Fotocrazia a proposito di questa mostra.
Intravedo va in ferie e tornerà il primo settembre. Buone Vacanze.

giovedì 11 luglio 2013

#015 - Centrale Fotografia

Foto di gruppo dell'associazione culturale Centrale Fotografia di Fano (PU)

È sufficiente scorrere le pagine del sito di Centrale Fotografia per avere idea della quantità e della qualità delle iniziative che questa associazione culturale di Fano (PU) riesce a mettere in campo.
Nell’ultimo periodo io stesso ho partecipato il 9 febbario a Pesaro all’iniziativa Pro e Contro “Luigi Ghirri” con Tano D’Amico e Diego Mormorio e il 15-16-17 marzo a Bettona (PG) all’evento “Tre giornate intorno al paesaggio” in collaborazione con Istanti – Fotografia e Cultura.
Leggo invece dalle pagine della prestigiosa rivista “Il Fotografo” che si è appena svolta nello scorso mese di giugno la quinta edizione di Centrale Fotografia, la rassegna annuale sulla fotografia e sull’arte contemporanea a cura di Luca Panaro e Marcello Sparaventi.
L’evento, di grande spessore artistico e culturale, è stato organizzato sempre dall’associazione Centrale Fotografia, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Fano, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, con la compartecipazione del Consiglio Regionale Assemblea Legislativa delle Marche e con il prezioso contributo di altri sponsor.
Lo scopo dichiarato della manifestazione, che manco a dirlo ha avuto grande successo, è quello di fare il punto sull’attuale panorama artistico italiano, attraverso incontri e approfondimenti con autori, allestimento di mostre, conferenze, tavole rotonde e momenti di riflessione sulla fotografia e l’arte contemporanea nel nostro paese.
Negli anni precedenti la rassegna ha puntato i riflettori dapprima sulla Scuola Fotografica Marchigiana ricordando Mario Giacomelli, Giuseppe Cavalli e Luigi Crocenzi (2009), successivamente ha ospitato importanti artisti come Franco Vaccari e Olivo Barbieri (2010), Mario Cresci e Paola Di Bello (2011), Alessandra Spranzi e Paolo Ventura (2012).
Quest’anno gli ospiti d’onore sono stati Andrea Galvani e Paola De Pietri.
Un altro fiore all’occhiello dell’amico Marcello Sparaventi e dell’Associazione Centrale Fotografia che presiede è la  Scuola di Paesaggio dedicata allo studioso di teoria fotografica Roberto Signorini, che nasce dalla passione di divulgare la cultura del territorio, attraverso il linguaggio della fotografia; momento di studio del paesaggio inteso nel senso più lato del termine (storico, ambientale, architettonico, culturale), ma anche luogo di dibattito intorno alla tecnica fotografica applicata all’indagine sul campo (fotografia di paesaggio e di architettura).
La città di Fano (PU) e la Regione Marche, grazie al lavoro serio e competente di Centrale Fotografia, si sta ritagliando uno spazio importante nel panorama culturale italiano, riuscendo a colmare il vuoto di una proposta culturale spesso arida e povera di idee.
Complimenti a loro.

www.centralefotografia.com

sabato 6 luglio 2013

#014 - La fotografia del territorio


© fotografia di Maurizio Leoni

Nella sua corsa frenetica l’uomo divora il mondo attorno a sé e la realtà in continua mutazione appare come un palcoscenico multiforme in costante evoluzione.
Il tempo vola e lo spazio attorno a noi si trasforma velocemente senza lasciare traccia di quello che è stato.
Il paesaggio insomma cambia nel tempo e troppo spesso si è portati a dimenticare e a rimuovere le immagini del nostro passato senza comprendere quelle del presente.
Fortunatamente esiste “la fotografia” che permette di documentare e conservare visivamente la realtà attraverso una sorta di catalogazione che può diventare racconto storico e strumento di approfondimento sociologico.
Nella sua pur breve storia la fotografia si è fatta apprezzare come efficace veicolo di documentazione, testimonianza e memoria fino a divenire strumento di interpretazione e analisi delle trasformazioni del territorio.
Ci sono esempi celebri in Italia e nel Mondo legati soprattutto a committenze pubbliche come:
-         La Farm Security Administration (1935);
-         La Mission photographique de la Datar  (1983);
-         L’Archivio dello spazio / Provincia di Milano (1987);
-         L’Observatoire photographique national du paysage (1989);
-         Linea di confine / Comune di Rubiera (1990);
-         Lodigiano. Immagini dal territorio / Provincia di Lodi (1996);
-         Rimini Atlas / Provincia di Rimini (2006).
Le campagne fotografiche sono state realizzate da singoli autori o gruppi di fotografi opportunamente selezionati per le loro capacità espressive e hanno comportato la realizzazione di un’ampia quantità di immagini che rappresentano un patrimonio di grande valore storico e culturale.
Questi archivi una volta formati possono essere utilizzati in diversi modi:
-         come strumento di indagine e analisi del territorio per la comprensione del paesaggio contemporaneo a fini pianificatori;
-         in maniera scientifica e sistematica per la catalogazione dei “beni architettonici e ambientali”;
-         come strumento di documentazione e conoscenza da utilizzare per la  formazione di una nuova coscienza collettiva di tutela e salvaguardia del territorio e del paesaggio;
-         al fine di documentare nel tempo la realtà come racconto storico, sociologico ed etno-antropologico;
-         come strumento di promozione turistica e culturale del territorio.
Il nostro bel Paese avrebbe un gran bisogno di questo tipo di indagini che nei casi più fortunati sono lasciati all’iniziativa dei singoli mentre per carenza di sensibilità e/o scarsità di fondi le pubbliche amministrazioni investono sempre meno in operazioni di questo tipo.
In controtendenza la Regione Umbria ha deciso di affidare ad una grande firma della fotografia internazionale (Steve McCurry) l’incarico di realizzare un lavoro per promuovere e documentare il nostro meraviglioso territorio ricco di storia, di cultura e di tradizioni.
Qualcosa ho intravisto.
Sono curioso di vedere il resto.

venerdì 28 giugno 2013

#013 - La Città dell'Uomo


© fotografie di Maurizio Leoni

Nell’anno 2009 ho realizzato questo lavoro che ho intitolato “La città dell’Uomo”.
Con una “Toy Camera” ho annotato le mie percezioni visive originate dalla relazione con l’ambiente urbano durante le frequentazioni sul campo.
La particolare scelta di utilizzare una plasticheggiante e giocattolosa Diana F+ e il linguaggio fotografico che ne consegue è dovuta al voler raccontare la città come contenitore e palcoscenico della vita dell’uomo, senza voler entrare nello specifico del luogo.
Una città anonima, imperfetta, deformata, fuori fuoco, sfuggente agli sguardi delle persone, che forse nemmeno la vedono, ma che tutti i giorni l’attraversano e la vivono.
Nella sostanza, una città meno architetture e paesaggio e più teatro di solitudini, crocevia di vite, incrocio di destini.

domenica 23 giugno 2013

#012 - Le nuvole di Stieglitz


© fotografia di Maurizio Leoni

Le nuvole e le strane forme che esse assumono hanno da sempre acceso la fantasia degli uomini.
È di pochi giorni fa la notizia apparsa anche sulla testata www.repubblica.it della comparsa sul cielo di Perugia di una nuvola con la forma del profilo di Beppe Grillo.
A prescindere da questa curiosità mi capita sempre più spesso sui social network, di imbattermi in foto che rappresentano il cielo e le nuvole le quali mi rimandano personalmente a due tipi di esperienze: “Le nuvole” di De Andrè (1990) e “Gli equivalenti” di Alfred Stieglitz.
Trattando questo blog di fotografia devo purtroppo accantonare il mitico Faber per concentrarmi esclusivamente sul grande fotografo americano.
Stieglitz (1864 – 1946) che inizia il suo percorso artistico come fotografo “pittorialista” è una figura di spicco per la cultura americana perché grazie alle sue numerose attività ha rappresentato il  punto d’unione tra gli artisti del nuovo continente e quelli europei all’inizio del XX secolo.
Nel 1902 fonda il gruppo “Photo-Secession”, nel 1903 fonda e dirige “Camera Work” e nel 1905 apre a New York la “Gallery 291” dove ospiterà per la prima volta negli USA artisti del calibro di Cézanne, Matisse e Picasso.
Per tutta la sua vita Stieglitz continuerà in questa sua attività di gallerista aprendo altri spazi come la “Intimate Gallery” nel 1925 e la “An American Place” nel 1929 e parallelamente continuerà la sua ricerca fotografica andando lui stesso per primo oltre il concetto di pittorialismo in fotografia.
A partire dal 1922 fino agli anni ’30 Stieglitz fotografa le nuvole in una serie che sarà intitolata “the equivalent” in quanto l’autore associa il trasformarsi vertiginoso delle nuvole nel cielo ai suoi stati d’animo.
Le nubi come specchio dell'anima che riflettono le sue esperienze più intime, i suoi pensieri e le sue emozioni, come una mappa del suo paesaggio interiore.

sabato 15 giugno 2013

#011 - Wim Wenders


Locandina mostra 2006


Durante questi giorni di riposo forzato, come spesso succede quando si è convalescenti, mi sono messo a rovistare tra le mie cose più care (libri, fotografie, film, etc.) al fine di trovare qualcosa che mi facesse passare piacevolmente il tempo, nonostante gli acciacchi passeggeri.
È stato così che tra le giornate di ieri e oggi mi sono rivisto, con mia grande soddisfazione, due bellissimi film di Wim Wenders, “Lisbon Story” del 1995 e “Il cielo sopra Berlino” del 1987.
Incuriosito sono andato a vedere in giro sul web e ho letto tra le altre cose che Wim Wenders, nato a Düsseldorf nel 1945, sarebbe (solo) un regista, sceneggiatore, produttore e critico cinematografico, scrittore e fotografo tedesco.
Personalmente aggiungerei anche la parola “genio”.
La cosa assolutamente interessante per questo blog e che trasuda dai film di Wim Wenders è il legame evidente che il regista ha con la fotografia, che non è solamente riconducibile alla magnifiche inquadrature di scena ma a qualcosa di più, un modo di essere e di vedere il mondo e le cose.
È noto infatti che Wim Wenders viaggia sempre in compagnia della sua inseparabile macchina fotografica al fine di poter ritrarre i paesaggi che lo colpiscono durante le proprie esperienze personali e lavorative.
E tutto questo emerge anche dal magnifico libro che ho qui tra le mie mani, acquistato qualche mese fa, dal titolo Wim Wenders Immagini del Pianeta Terra con testi di Peter-Klaus Schuster, Nicole Hartje e Wim Wenders (128 pagine, 24 panoramiche e 32 tavole a colori) Contrasto, 2005.
ISBN 88-6965-000-6.
Per chi vuole saperne di più si consiglia di leggere l’intervista di cui al link qui sotto:

sabato 8 giugno 2013

#010 - Instant900


© fotografia di Maurizio Leoni


8 - 16 giugno 2013
Palazzo del Monte di Pietà – Corso Garibaldi, 37 Forlì

Oggi sono stato a Forlì per vedere la mostra del Gruppo Polaser che mi vede protagonista insieme ad Andrea Drei, Massimiliano Vassura, Marco Ancarani, Carla Ponti, Fabrizio Giulietti, Renzo Magri, Cristina Paglionico, Pino Valgimigli, Katia Brigiari, Rodolfo Tagliaferro, Fabio Del Ghianda, Emanuele Luigi De Angelis, Federica Galli, Francesca Piro, Barry Bassi, Claudio Bocchini, Maria Vodarich, Max Vaccaro ed Elena Gianessi.
Approfitto di questo post per fare i complimenti a tutti gli autori per le bellissime opere e a tutti coloro che hanno pensato e realizzato l’allestimento.
Tutto molto bello e se passate da Forlì non mancate di farci un salto.
Grazie a tutti.

sabato 1 giugno 2013

#009 - Instant 900

8 - 16 giugno 2013
Palazzo del Monte di Pietà – Corso Garibaldi, 37 Forlì

Testo di presentazione a cura del Gruppo Polaser
Nell’ambito degli eventi collaterali alla mostra "Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre" il progetto del Gruppo Polaser, in collaborazione con Stabile 5 Laboratorio per l’architettura, intende rivisitare alcuni monumenti, luoghi, opere d’arte realizzati tra la fine degli anni Venti e l’inizio dei Quaranta a Forlì, in alcuni centri della Romagna e città italiane.
Una rivisitazione attuata attraverso il filtro della fotografia istantanea, strumento primo dell’espressione degli artisti del Gruppo, sperimentando un percorso di ricerca che, sulla scia delle numerose iniziative incentrate sulla letteratura, sulla pittura e sul teatro, in questa occasione si concentra sullo scambio linguistico tra fotografia e architettura. Proprio la ricerca e la sperimentazione di nuove possibilità espressive nelle molteplici forme dell’arte accomuna Polaser e l’associazione Stabile 5, particolarmente attenta tanto alla conoscenza, divulgazione e promozione dell’architettura del XX secolo realizzata nel territorio romagnolo quanto alla contaminazione tra le diverse discipline artistiche.
Non vi è dubbio che la relazione tra architettura e fotografia sia strettissima, oltre che evidentemente tipica del Novecento con l’uso dell’immagine come icona della modernità, viepiù se si pensa al ruolo fondamentale di cui sono investite entrambe le forme d’arte dal regime fascista. La ricerca nell’ambito della rappresentazione fotografica nel periodo tra le due guerre è infatti accompagnata da una grande attenzione nei confronti della ricerca architettonica. All’interno di una situazione politica che vede affidare anche all’architettura il compito di promuovere i contenuti politici di un messaggio di rinnovamento dello stato culturale, la fotografia d’architettura interviene a sua volta in maniera diretta nella politica di propaganda a servizio del regime. Il linguaggio adottato, tutt’altro che univoco sia nelle esperienze architettoniche sia in quelle legate alla fotografia, vengono così a costituire un quadro piuttosto ampio e disomogeneo al cui interno tuttavia sono alcuni punti comuni offerti dal modo di leggere e interpretare il nuovo che avanza, come dal diffuso sentimento di partecipazione alla costruzione di una nuova coscienza politica, culturale e artistica o dalla forte tensione alla sperimentazione. In questi anni per esempio anche la fotografia italiana propone le sue prime sperimentazioni di fotomontaggio, ritenuto uno dei massimi strumenti di appropriazione soggettiva della fotografia, questo nuovo mezzo ha avuto un ruolo specifico soprattutto nelle creazioni architettoniche legate alla comunicazione non permanente.
Con Instant 900 ci si propone di sondare nuovamente questa strettissima relazione, la “materia”, viva e manipolabile, che caratterizza la fotografia istantanea è contaminata dalla materialità dell’architettura, l’esperienza unica e conclusa dello scatto si fonde con l’unicità dell’opera architettonica. In tal senso la fotografia, non solo è contaminata, ma è “aumentata” da un’altra forma di espressione artistica, esaltando ancora di più il rapporto “materiale” tra immagine e fotografo.
Dalla “Città del Duce” a Cesenatico a Terni, sono state individuate un numero limitato di opere, conosciute e non, ritenute rappresentative di quelle linee di tendenza artistiche che si confrontarono, si giustapposero e si susseguirono all’ombra del regime o che, a volte, si prestarono a celebrare l’ideologia e i miti proposti dal Fascismo. Tra queste, oltre al celeberrimo monumento a Icaro o alla colonia AGIP di Giuseppe Vaccaro, anche opere forse meno conosciute e certamente sorprendenti per scelta linguistica e collocazione.
Da un lato proponendo un breve ma efficace percorso critico all’interno dei diversi momenti che hanno caratterizzato il Ventennio in un ambito territoriale per molti aspetti periferico, ma di enorme rilevanza per alimentare il mito del Duce, dall’altro proponendo una rilettura di questo insieme di opere che offra uno sguardo a noi contemporaneo delle stesse, attraverso l’interpretazione e l’espressione artistica del Gruppo Polaser.
I “mosaici” fotografici esposti, insieme alla installazione in ghiaccio contenente una serie di Polaroid “a perdere” delle stesse architetture selezionate, consente alle opere degli artisti Polaser di colloquiare, sia pure in parallelo, con quanto esposto alla mostra "Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre", offrendo ai visitatori una ulteriore riflessione, o quanto meno uno sguardo “diverso” sull’architettura locale, e non, del Ventennio tra i principali temi indagati dalla grande mostra forlivese.

Gli autori presenti: Andrea Drei, Massimiliano Vassura, Marco Ancarani, Carla Ponti, Fabrizio Giulietti, Renzo Magri, Cristina Paglionico, Pino Valgimigli, Katia Brigiari, Rodolfo Tagliaferro, Fabio Del Ghianda, Emanuele Luigi De Angelis, Federica Galli, Francesca Piro, Barry Bassi, Claudio Bocchini, Maria Vodarich, Max Vaccaro, Elena Gianessi e Maurizio Leoni.

martedì 28 maggio 2013

#008 - La magia della Polaroid

© fotografia di Maurizio Leoni


La Polaroid passerà alla storia per la costruzione di fotocamere istantanee (la prima fu venduta nel 1948) e la produzione di pellicole autosviluppanti sulle quali, come per incanto, le immagini prendevano forma e colore in pochi secondi.
Nella nostra attuale “inciviltà” delle immagini parlare di Polaroid è come fare un salto nella preistoria della fotografia e questi piccoli ritagli di tempo e di spazio, dal contorno bianco, con dentro strane immagini dai colori ammorbiditi dal tempo presto faranno lo stesso effetto di un dagherrotipo.
I nativi digitali faranno fatica a capire di cosa si tratta nel caso fortunato che un giorno se ne dovessero ritrovare una fra le mani.
Già, perché se il fenomeno c’era è quasi svanito e se ancora resiste in qualche angolo del mondo è ad esclusivo appannaggio di un manipolo di irriducibili artisti e fotografi.
Il grande merito dell’invenzione di Edwin Land (1909 – 1991) è stato soprattutto quello di portare la fotografia in tutte le case in quanto accessibile a tutti e di facile uso e consumo.
Mi ricordo che era consuetudine negli anni ‘80 regalare un apparecchio Polaroid in occasione di Cresime o Comunioni.
Personalmente non ho avuto questa fortuna ma ricordo bene la gioia dei bambini, tanto somigliava ad un giocattolo la curiosa scatola di plastica che vomitava una tessera magica registrante le facce sorridenti di amici e parenti.
Ma anche artisti famosi (Andy Warhol, David Hockney, etc.) e grandissimi fotografi (Franco Fontana, Luigi Ghirri, Nino Migliori, tanto per rimanere in Italia) hanno utilizzato per i loro lavori questo straordinario mezzo espressivo.
Pellicole spellicolabili o immagini da distaccare e trasferire su un altro supporto, da usare singolarmente o in creativi mosaici, manipolate, grandi o piccole ma ognuna di esse unica e irripetibile.
Nel febbraio del 2008 arriva il momento che non ti aspetti e la Polaroid Corporation annuncia la cessazione della produzione di pellicole istantanee rendendo praticamente inutili tutte le fotocamere presenti nel mondo ed ancora perfettamente funzionanti.
Per fortuna queste vecchie regine della fotografia istantanea hanno ripreso vita grazie alle nuove pellicole “Impossibile” ora facilmente reperibili sul mercato in diversi formati sia a colori che in bianco e nero.
"The Impossible Project" è un team di tecnici, esperti e imprenditori che si è adoperato, per la gioia di tutti gli appassionati, per rimediare alla decisione dell’azienda originaria di abbandonare la produzione delle pellicole a sviluppo istantaneo per tutte le macchine Polaroid.
Mi piace ricordare che sul mercato delle istantanee sono presenti anche le fotocamere e pellicole Fuji Instax che pur con caratteristiche diverse risultano allo stesso modo piacevoli da usare.
In ogni caso la morale è sempre la stessa, con l’avvento del digitale la materia ha lasciato lo spazio all’antimateria dove tutto il mondo viene registrato, inviato, trasmesso, consumato e disperso attraverso una stringa irreale di 0 e di 1 e per l’analogico e la magia della Polaroid non c’è più posto.
Resistere come resiste e anzi rilancia il grande artista e fotografo italiano Maurizio Galimberti apprezzato in tutto il mondo per le sue polaroid che anche recentemente ha esposto a Venezia più di 150 immagini in una mostra intitolata “Paesaggio Italia” che purtroppo mi sono perso.
Speriamo che ci sarà presto un’altra occasione.

mercoledì 22 maggio 2013

#007 - Citerna Fotografia

© fotografia di Maurizio Leoni


Quando in fotografia si parla di “Linea di Confine” la mente corre subito verso la magnifica esperienza maturata a partire dai primi anni ’90 in Emilia Romagna con la partecipazione attiva del Comune di Rubiera e le Province di Reggio Emilia e Modena.
Quest’anno “Linea di Confine” è invece il tema della quarta edizione di Citerna Fotografia, festival fotografico dell’Alta Valle del Tevere, realizzato con la Direzione Tecnica e Artistica dell’Associazione Culturale “Re_immagina_RE” e la Direzione Generale di Enrico Milanesi, Chiara Burzigotti, Laura Rebiscini e Valter Scappini.
Una “Linea di confine” intesa come “Reale, immaginaria, cercata, non voluta, forzata. Una linea di separazione a marcare comunque una differenza, un gradiente di condizioni e di situazioni. Materiali, morali, umane, geografiche, storiche. Punto di passaggio a volte concreto e tangibile, a volte immateriale, invisibile, fluido, evanescente”.
La rassegna che si chiuderà il 9 giugno ha presentato come sempre una serie di importanti appuntamenti (mostre, convegni, corsi, letture portfolio) che hanno catturato l’interesse degli appassionati con un ricco programma che ci riserverà ancora delle belle sorprese da qui alla fine.
Molto interessante, per esempio, è il workshop di domenica prossima con il Prof. Augusto Pieroni (sono stato uno dei primi ad iscrivermi) che tratterà il tema "Esperienza o linguaggio: il rapporto tra realtà di fatto e realtà fotografica nell'era dell'iPhone".
Come è possibile leggere nel sito della manifestazione Augusto Pieroni è docente di Storia e Critica della Fotografia all’Università della Tuscia (Vt); insegna Visual Arts e Costruzione del Portfolio presso la Scuola Romana di Fotografia e presso Officine Fotografiche. È autore, oltre che di Leggere la fotografia – Osservazione e analisi delle immagini fotografiche (2° ed. 2006), di: Arti fotografiche del ‘900 (2008); della voce “Fotografia” nell’Enciclopedia Treccani - XXI secolo (2007); di Fotografia<Arte<Pensiero (2002); di Fototensioni (1999); oltre a numerosi saggi. Critico e curatore, ha scritto per Aperture (New York), HotShoe (London), Eyemazing (Amsterdam), Muse (Milan), Around Photography (Bologna). Dal 2008 i suoi corsivi caratterizzano una pagina fissa del mensile FotoCult.
Tra le offerte espositive mi è doveroso segnalare la collettiva dell’Associazione “ISTANTI – Fotografia e Cultura” con opere, oltre che del sottoscritto (foto sopra), di Marco Cappellano, Nadia Cianelli, Luciana Ciuffini, Ivana De Napoli, Vinicio Drappo, Enzo Fratalia, Claudia Ioan, Vincenzo Migliorati, Tiziana Nanni e Luca Tabarrini, Marco Polticchia.
Da ultimo un in bocca al lupo e i miei più sinceri complimenti all’amico Vinicio che ha vinto proprio a Citerna la tappa 2013 di Portfolio Italia con un bellissimo lavoro di cui sono sicuro sentiremo molto parlare in futuro.

domenica 19 maggio 2013

#006 - Omaggio a G. Basilico


Il 13 febbraio 2013 ci ha lasciati Gabriele Basilico maestro della fotografia contemporanea italiana ed internazionale.
L’ultima volta che ho avuto la fortuna di vederlo e soprattutto di ascoltarlo è stato in quel di Foligno durante un’affollatissima conferenza a Palazzo Trinci tenuta in compagnia del critico d’arte Achille Bonito Oliva.
Si stava per chiudere la sua magnifica personale al CIAC (Centro Italiano Arte Contemporanea) nella quale aveva presentato i lavori da “Milano ritratti di fabbriche 1978-80 – Mosca verticale 2007-2008 – Istanbul 05.2010″.
Era il 5 febbraio 2011 e come sempre sono rimasto affascinato dalla persona prima che dal fotografo per la sua purezza di spirito, per la sua umiltà e semplicità e per la sua grande intelligenza e cultura.
Gabrile Basilico a tre mesi dalla sua scomparsa verrà celebrato in una mostra al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI) diretto da Roberta Valtorta (22/5 – 6/10).
Dal sito del museo ho estrapolato queste poche righe che ci raccontano perfettamente il grande fotografo:Come artista, si colloca in posizione centrale nel contesto della grande fotografia documentaria internazionale. Grazie al rigore, alla vastità e alla saldezza della sua ricerca totalmente dedicata, negli anni, al difficile tema del paesaggio urbanizzato in continua trasformazione, egli è uno dei maestri che hanno costruito la fotografia contemporanea e ne hanno consentito l’ingresso nel mondo dell’arte”.
Personalmente impressionato e innamorato di uno dei suoi primi lavori “Milano ritratti di fabbrica”, che ritengo sia il suo capolavoro, voglio però ricordare, per campanile, un lavoro meno conosciuto che ho avuto la fortuna di conoscere dalle pagine del libro “Trasimeno percorsi & visioni” realizzato nel 1987 su iniziativa della Provincia di Perugia.

mercoledì 15 maggio 2013

#005 - Concorso Fotografico


CONCORSO FOTOGRAFICO
“L’UMBRIA E I SUOI PAESAGGI: STRUTTURE IDENTITARIE.
Un contributo fotografico al Piano Paesaggistico Regionale”

La Regione Umbria, Direzione Programmazione, innovazione e competitività dell’Umbria, Ambito di coordinamento: Territorio, Infrastrutture e Mobilità, Servizio Valorizzazione del territorio e tutela del paesaggio, promozione e coordinamento progetti comunitari promuove ed organizza, nell’ambito delle attività dell’Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio, il Concorso Fotografico “L’UMBRIA E I SUOI PAESAGGI: STRUTTURE IDENTITARIE. Un contributo fotografico al Piano Paesaggistico Regionale”, al fine di contribuire ad accrescere la sensibilizzazione al "valore del paesaggio" del territorio regionale e la conoscenza del processo di formazione del Piano Paesaggistico Regionale, in linea con i principi ispiratori della Convenzione Europea del Paesaggio.

La partecipazione al concorso è aperta alle seguenti categorie:
- categoria individuale Under 30;
- categoria Istituti Scolastici.

Scadenza: 31 dicembre 2013.

http://www.territorio.regione.umbria.it/mediacenter/FE/articoli/concorso-fotografico-lumbria-e-i-suoi-paesaggi-str.html

venerdì 10 maggio 2013

#004 - Luigi Ghirri al Maxxi







































C’è tempo fino al 27 ottobre 2013 per ammirare presso il Maxxi di Roma la mostra dedicata al genio fotografico di Luigi Ghirri, dal titolo “Pensare per immagini” a cura di Francesca Fabiani, Laura Gasparini, Giuliano Sergio.
La mostra nata dalla collaborazione tra il Museo e il Comune di Reggio Emilia è organizzata in tre sezioni tematiche (Icone, Paesaggi, Architetture) e invita a ripercorrere la fasi della ricerca artistica di Ghirri.
Un appuntamento da non perdere assolutamente.

mercoledì 8 maggio 2013

#003 - Verso la Foce


Viaggio in Italia è stato un progetto ideato da Luigi Ghirri che ha segnato una svolta epocale nella rappresentazione fotografica del paesaggio nel nostro paese e non solo.
Il lavoro nel 1984 diventerà una mostra di 300 fotografie esposte presso la Pinacoteca Provinciale di Bari e un libro pubblicato dalla casa editrice Il Quadrante di Alessandria.
Al progetto parteciparono 20 fotografi (Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Giannantonio Battistella, Vincenzo Castella, Andrea Cavazzuti, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Vittore Fossati, Carlo Garzia, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Shelley Hill, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Claude Nori, Umberto Sartorello, Mario Tinelli, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Cuchi White) e uno scrittore che in quell’occasione stilò il racconto Verso la foce edito da Feltrinelli.
Come dichiara lo stesso Celati all’inizio del libro “Questi quattro diari di viaggio sono nati mettendomi a lavorare con un gruppo di fotografi, che si dedicavano ad una descrizione del nuovo paesaggio italiano, tra cui il mio amico Luigi Ghirri. Per come sono adesso, dopo essere stati riscritti e resi leggibili, li chiamerei racconti d’osservazione”.
Nunzia Palmieri nella breve presentazione riportata sulla quarta di copertina afferma: “Chi scrive questo libro si mette in viaggio seguendo itinerari non previsti dalle guide turistiche, osservando i segni che il tempo imprime sul corpo di un paesaggio in mutamento” e ancora “Il viaggio è anche ricerca di sé, un modo per ritrovarsi nei luoghi e nel racconto …”.
Un'istantanea sul paesaggio italiano tutta da leggere.


sabato 4 maggio 2013

#002 - Ex Libris






Ho aderito con entusiasmo al progetto del Gruppo Polaser che ha proposto ai propri associati di realizzare una nuova Moleskine dal titolo “Ex libris”.
La prima dal titolo “Viaggio nell’anima” l’avevamo realizzata nel 2008.
Un’altra “Il tempo vola” l’avevo realizzata da solo nel 2010.
Cos’è il Gruppo Polaser ?
È un’associazione di artisti con sede a Faenza che, unica in Italia, ha scelto di utilizzare per i propri progetti fotografici esclusivamente pellicole a sviluppo istantaneo (tipo Polaroid).
Cos’è una Moleskine ?
È il taccuino degli artisti che nella forma classica ha la copertina nera ed elastico nero.
Tra gli artisti del passato che utilizzavano taccuini simili troviamo Oscar Wilde, Vincent Van Gogh, Pablo Picasso, Ernest Hemingway e Henri Matisse.
Per questo progetto è stata scelta la nuova Moleskine “Black Page Album” 13x21cm.
Cos’è il progetto Ex Libris ?
Ognuno sceglie un libro a suo piacimento, realizza una serie di immagini ispirate dal contenuto del libro e le riporta nel taccuino insieme a brani tratti dal libro stesso e/o a frasi frutto dei pensieri propri.
Personalmente ho scelto il libro di Gianni Celati edito da Feltrinelli “Verso la foce” di cui vi parlerò nel prossimo post.