sabato 18 luglio 2015

#054 - Il sale della terra


Mi piace la magia del grande schermo, dalle più moderne multisala ai più malridotti cinema di quartiere o di paese.
È vero, amo il cinema quasi quanto la fotografia, anche se negli ultimi anni ho perso la sana abitudine di recarmi ogni settimana nelle sale cinematografiche alla ricerca di film semisconosciuti, a volte lenti, a volte strani, ma sempre o quasi sempre bellissimi.
Sarà per pigrizia o per il fatto che un figlio piccolo ti fa cambiare la scala delle priorità, ma nonostante ciò non ho ceduto alle offerte commerciali delle televisioni a pagamento che offrono pacchetti con ogni tipo di assortimento.
La poltrona di casa non sarà mai come quella del cinema.
E poi per dirla alla Enzo Jannacci che c’aveva visto lungo in proposito, quando affermò che “La televisiun la g'ha na forsa de leun, la televisiun la g'ha paura de nisun, la televisiun la t'endormenta cume un cuiun”.
Tutto questo discorso per dirvi che tra i tanti film che volevo assolutamente vedere ce né uno che mi sono perso con sommo dispiacere.
Vi sto parlando de “Il sale della terra” che tutti i miei amici, fotografi e non, hanno già visto descrivendomene meraviglie.
Per fortuna a questo male c’è rimedio perché il 3 agosto sotto le stelle dei Giardini del Frontone a Perugia c’è in programma questo film, spettacolo unico ore 21:30 e prezzo unico 5 euro.
Per chi è in zona e non l’ha ancora visto è un appuntamento da non perdere.
Vi aspetto.



domenica 12 luglio 2015

#053 - Land Art

Spiral Jetty, dello scultore Robert Smithson

Image: Soren.harward at en.wikipedia - Trasferito da en.wikipedia su Commons.

Inauguriamo su questo blog la nuova etichetta "arte" con un affascinante esperienza artistica che ha molto a che fare con argomenti a noi molto cari come il territorio e il paesaggio.

La Land Art, nota anche come Earth Art (arte della terra) o arte ecologica, è una forma d'arte contemporanea che ha avuto origine negli U.S.A. nella seconda metà degli anni sessanta del secolo scorso ed è stata caratterizzata dall'intervento diretto dell'artista sul territorio naturale, specie in spazi incontaminati come vulcani, deserti, laghi salati, praterie e quanto altro. L'artista esce dallo spazio tradizionale della galleria o del museo e interviene direttamente sul paesaggio utilizzando il territorio come tela.
Il paesaggio, da sempre oggetto di rappresentazione, diviene così materiale artistico e occasione di recupero del rapporto dell’uomo con la natura.

Felice estate.

venerdì 3 luglio 2015

#052 - Niente di nuovo sotto il sole

foto di Damiano Leoni

Niente di nuovo sotto il sole.
Oggi è un venerdì come un altro, anzi no.
Non sopporto il caldo e quando questo si fa troppo intenso riduco le mie attività al minimo cercando di trascorrere il tempo libero leggendo qualche libro disteso sullo sdraio con vista Assisi.
Così beatamente posto sul terrazzo del mio appartamento di Bastia Umbra non è una rarità che qualche volta si avverta un leggero filo d’aria che mi faccia stare un po’ meglio in attesa che nelle ore notturne la temperatura scenda di qualche grado.
Oggi è una giornata di queste e quando mi capita, tra una riga e l’altra del libro che sto leggendo, penso alle cose fatte e quelle che mi piacerebbe fare e a tutte le cose belle o brutte di questo mondo.
Così rifletto sul fatto che ho finito di portare in giro il mio libricino e che anche la magia di questi momenti speciali di "fotografo ignorante prestato alla letteratura" hanno esaurito il loro corso.
La macchina fotografica è chiusa saldamente nello zaino e solo raramente la tiro fuori magari solo per fare le solite foto che una volta stampate andranno ad alimentare l’ennesimo album di famiglia (il quinto da quando è nato Damiano quasi sette anni fa) o al massimo verranno postate sul mio profilo facebook per catturare qualche mi piace di amici e parenti.
Anche se sono un fotografo della domenica ho gli hard disk pieni… e non solo quelli, sono a corto di idee, non ho progetti grandi o piccini, ho perso interesse e comincio a perdere colpi così che anche le pagine di questo blog ne risentono visti i post che diventano sempre più merce rara.
Eppure ho ancora tanto, tantissimo da imparare.
Mi interrogo sulla mia pigrizia nei confronti della fotografia e mi chiedo se dipenda da me oppure da un mondo che in questo momento ha poco o niente da dire nonostante i Guru effettivi o presunti che si incontrano in giro nelle piazze reali o virtuali che siano.
Le riviste mi annoiano, le mostre mi annoiano, le foto in genere mi annoiano e non trovo conforto né qui né altrove, né su internet ne sui libri patinati dei fotografi veri che mi piacevano tanto.
Per fortuna domani è sabato e non vedo l’ora di andare a Villa Urbani per la mia lezione settimanale di disegno e pittura.
Chissà che non si compia l’ennesima metamorfosi e che diventi oltre che fotografo e scrittore anche pittore della domenica, anzi del sabato mattina.
Mi piacerebbe un sacco, in fondo l’ho sempre sostenuto di essere un artista “tutto tondo” e il mio fisico sempre più XL ne è certamente la dimostrazione.

Namastè.

sabato 23 maggio 2015

#051 - Insegnare fotografia nelle scuole

© foto di Maurizio Leoni

Prendo spunto da una recentissima esperienza personale per affrontare su questo blog un tema importante e al quale tengo molto e cioè l’insegnamento della fotografia nelle scuole di ogni ordine e grado.
La cosa mi interessa più come padre di un quasi settenne che come cultore delle immagini fotografiche, nel caso davvero lo fossi.
Nell'epoca delle faccine che ridono o che piangono e che rimbalzano nei messaggi telefonici di grandi e piccini rimane abbastanza semplice far comprendere come le immagini comunicano assai più delle parole.
Quello che non si comprende è come mai nel mondo attuale, dove c’è un uso e un abuso delle informazioni fotografiche, la scuola non affronti in maniera esaustiva l’argomento dotando i ragazzi di strumenti tali da far capire loro come difendersi da un simile bombardamento mediatico.
Se è vero come è vero che la fotografia “mente”, perché i nostri ragazzi non devono scoprirlo fin da subito?
In meno di un secolo siamo passati dal vedere poche immagini in tutta una vita ad osservarne migliaia in un solo giorno senza comprenderne appieno il significato, ma subendone sicuramente gli influssi.
Michele Smargiassi, giornalista e blogger di Repubblica ha scritto un libro che tutti dovrebbero leggere dal titolo “Un’autentica bugia” e dal sottotitolo “La fotografia, il vero, il falso” edito da Contrasto nell'anno 2009.
Sulla quarta di copertina è citato Lewis Hine che afferma “La fotografia non sa mentire, ma i bugiardi sanno fotografare” e poi il Fotocrate continua “La fotografia ha sempre mentito perché non può fare altro, perché il processo di trasposizione della realtà in un’immagine bidimensionale glielo impone, perché la sua fabbricazione richiede una lunga catena di scelte, ognuna delle quali modifica la trama e il suo senso”.
Oggi tutti siamo fotografi e tutti viviamo di fotografie, ma nessuno si interroga sulla reale portata del fenomeno che tutti siamo abituati a subire passivamente.
Se la fotografia è un linguaggio perché non dovremmo imparare a decifrarne la struttura e percepirne i segreti fin da bambini?



sabato 25 aprile 2015

#050 - Umbria terra natìa



Dopo quasi due mesi dall'ultimo post che ho divulgato su IntraVedo torno baldanzosamente ad occuparmi delle pagine di questo blog festeggiando la cinquantesima presenza.
Nel frattempo tante cose sono successe, una addirittura memorabile, sono diventato l’autore di un libro di successo.
Umbria terra natìa di Maurizio Leoni, Edizioni Era Nuova, 2015 - ISBN 9788866620990
Questo è ovviamente solo la conclusione di un percorso lungo e accidentato che mi ha portato in maniera quasi inconsapevole alla pubblicazione di questo piccolo volume.
Non sono stati sufficienti infatti l’amore per questa terra, la passione per la fotografia, la voglia di raccontare e di mettersi in gioco per raggiungere questo ambizioso risultato, c’è voluto il folle amore di un padre per il suo piccolo figlio e una serie di pensieri e valori da voler tramandare per far scattare la molla di mettere in piazza me stesso nudo e crudo.
Ringrazio in ordine sparso: la mia famiglia, la casa editrice Edizioni Era Nuova, l’associazione Istanti - Fotografia e Cultura che ha patrocinato questa pubblicazione, gli amici Foscolo Agnessini, Simone Barni, Cecilia Bruschi, Giuseppe De Francesca, Vinicio Drappo, Vincenzo Migliorati e Marcello Volpi che mi hanno supportato e sopportato.
Un pensiero particolare anche all'amico Enzo Fratalia per il sostegno a distanza.
Ringrazio inoltre tutte le persone, istituzioni e associazioni che con la loro disponibilità mi hanno permesso di divulgare e far conoscere questa mia pubblicazione e sono grato fin da adesso a chi alla stessa maniera lo farà da oggi in avanti.
Adesso che sono anche uno scrittore, oltre che fotografo e artista della domenica, posso invecchiare in pace insieme a questo mio piccolo capolavoro.
Grazie a tutti, grazie davvero.

domenica 1 marzo 2015

#049 - Joe Oppedisano


Grazie all’ennesima iniziativa dell’associazione Istanti – Fotografia e Cultura presto avremo il privilegio di ospitare qui in Umbria una grande personalità dell’universo fotografico italiano ed internazionale.
In attesa di quel momento proviamo ad anticipare un po’ i tempi cercando di scoprire insieme chi è Joe Oppedisano, qual’è la sua storia e quali sono le cose che lo hanno reso celebre.
Per fare questo attingo a piene mani dal suo sostanzioso curriculum che Joe stesso mi ha autorizzato a pubblicare integralmente:
“Nato a Gioiosa Ionica (RC) nel 1954, a otto anni si trasferisce a New York con la famiglia.
Giovanissimo comincia a dedicarsi alla fotografia; nel 1971 si scrive al Queens College di New York e nel 1973 frequenta un corso di fotografia presso la stessa Università.
Nello stesso anno frequenta la School of Visual Arts di New York; contemporaneamente approfondisce la sua esperienza professionale lavorando come assistente per alcuni noti fotografi pubblicitari.
Nel 1976 avvia la sua carriera di free-lance; per l’Alitalia di New York compie un reportage di promozione turistica in Toscana e, nello stesso anno, svolge un sopralluogo in Friuli, dove realizza una seria fotografica sulle zone terremotate e sui senza tetto, lavoro pubblicato sul quotidiano americano Philadelphia Herald.
Nel 1979 è invitato dall'International Center of Photography di New York a “Venezia ’79 la fotografia”, dove è assistente di vari gruppi internazionale di lavoro.
Nel 1982 torna in Italia e si stabilisce a Milano: qui, oltre a svolgere reportage culturali per la rivista americana “Attenzione” in qualità di inviato, collabora con diversi agenzie e case editrici -Rizzoli, Mondadori-, realizzando servizi per riviste e numerose campagne pubblicitarie: tra queste per Adidas, Yomo, Pionier, Hitachi, Panasonic, Grundig, KodaK, Apple, Fiat, Alfa Romeo, Campari , R.A.S. American Express.
Parallelamente al lavoro commerciale svolge un’autonoma e continua sperimentazione sull’immagine, che lo spinge a indagare generi diversi, come il ritratto, il paesaggio, il nudo e ad approfondire anche aspetti tecnico- strumentali del mezzo fotografico.
Nasce così un linguaggio originale basato su un prolungamento del tempo reale di visione dell’immagine; una tecnica ottenuta da Oppedisano grazie a modifiche da lui studiate e messe in opera sulla sua macchina fotografica (per le sue caratteristiche unica al mondo) in grado di ottenere una fusione tra un fotogramma e un altro.
I risultati di tale incessante ricerca sono stati pubblicati su numerose riviste specializzate, e esposti a numerose mostre in Italia e all’estero.
Nel 1987 utilizza la grande Polaroid 50x60, di cui sono stati realizzati solo tre esemplari, realizzando una serie di immagini acquistate dalla Collezione Polaroid Internazionale.
Nel 1989, sempre con la Polaroid 50x60, riprende una galleria di ritratti, non solo di persone ma anche di animali e oggetti, dedicata al mondo del circo.
Nel 1990 esegue l’affascinante serie di personaggi in costume, realizzata in uno studio all’aperto in Piazza Duomo a Milano durante il Carnevale.
Nel 1991 ancora in collaborazione con la Polaroid, partecipa alla mostra in progress “Sviluppi non premeditati”, ordinata presso il palazzo delle Esposizioni di Roma, avviando in tale occasione anche un progetto centrato su musicisti e artisti di strada.
Nel 1994 continua questa ricerca con una mostra in progress a Ferrara durante il Buskers Festival.
Nel 1995 è invitato dal museo Alinari di Firenze alla mostra “Un Secolo di Ritratti in Italia 1895-1995” organizzata nell’ambito della Biennale di Venezia.
Nel 1997 gli viene commissionato dalla Imation 3M una sequenza di immagini di N.Y. con le macchine usa e getta, sequenza pubblicata dall’editore Federico Motta. Nel 1998 l’editore Federico Motta pubblica la sua ricerca, svolta nell’arco di oltre 10 anni, sui personaggi del circo. Dopo il successo del volume di “New York”.
Nel 1999 la Imation 3M commissiona un nuovo volume “On The Road” utilizzando le macchine usa e getta. L’editore Charta Pubblica il volume “Inner Self”, una nuova ricerca sul ritratto, nell’occasione della mostra alla galleria Lattuada di Milano.
Nel 2000 produce per Olivetti il Calendario usando la sua tecnica “Inner Self”.
Nel 2001 viene invitato all’Arte Fiera di Bologna per la performance “Mostra in Progress” dove realizza una seria di ritratti di vari artisti e personaggi del mondo del Arte.
Nel 2002 e invitato a esporre “Collages & Estensioni” alla Québec Art Fair (Canada).
Nel 2003 è invitato da Uliano Lucas e la Fondazione Mazzotta a partecipare alla “Grande collettiva il Bacio” e nel stesso periodo inaugura una sua Personale “Estensioni Musicali” al Museo Nazionale della Musica all’Havana, Cuba.
Nel 2004 Giulio Einaudi Editore pubblica tre sue immagini nel volume Storia d’Italia Annali n 20 “L’immagine Fotografica” nello stesso periodo è presente alla Biennale di Brescia con la sua mostra ormai storica “Il Circo”. Gli vieni assegnato il Trofeo Internazionale “Una vita per la fotografia”.
Nel 2005 inaugura la sua mostra “Unusual Portraits” a Ferrara, e invitato a partecipare alla Mostra collettiva “Maestri Fotografi” al Museo Peggy Guggenheim di Venezia, è invitato a tenere un corso di specializzazione di fotografia alla Università Cà Foscari di Venezia.
Nel 2006 espone “Unusual Portraits” al Festival di Fotografia di Gabbice Mare.
Nel 2007 e invitato a tenere un corso di fotografia all’Accademia di Belle Arte di Brera Milano.
Nel 2008 espone “Collages al Festival Internazionale” di Fotografia a Orvieto, e invitato a esporre alla Biennale di Fotografia di Alessandria.
Nel 2009 espone “Cina 1984 Polaroids” al Museo di Fotografia d’Autore nella Mostra la Magia della Polaroid.
Nel 2010 espone “De Construction” Castello di Corigliano Calabro.
Nel 2011 espone “De Constuction” Villa Mirra Cavriana e invitato nella collettiva “Arte a Mantova 2000-2010”.
Nel 2012 espone nella collettiva “Vedere Meglio” Museo dell’Occhiale.
Pieve di Cadore- Belluno.
Nel 2013 espone al MIA Milano, Galleria Wave Brescia, Nella Collettiva Time 3 Oci di Venezia.
Nel 2014 espone nella Collettiva “Slow Photo” Art Fiera di Bologna.
In questo periodo tiene un corso di fotografia all’ISIA di Urbino nel biennio di specializzazione.
Vive Tra New York e l’Italia.”

Cosa aggiungere in più?
Un saluto alla maniera di Joe… Cheers.

Link:
http://www.jeymeg.com/the-original-joe-oppedisano/

mercoledì 18 febbraio 2015

#048 - Italia Metafisica di George Tatge


Sulla pagina Facebook della splendida Villa Bardini è scritto che la stessa villa seicentesca è un luogo fatto di arte, natura, moda, cultura, divertimento e musica. Vieni a passeggiare per i vialetti del nostro giardino, fatti stupire dal panorama, osserva la straordinaria collezione di moda, partecipa agli eventi... ti aspettiamo.
E quale migliore momento per visitare questo Museo d’Arte se non l’ultima mostra del maestro fotografo George Tatge che prenderà il via il 22 febbraio prossimo e che si intitolerà Italia metafisica?
Da non sottovalutare che per l’occasione la visita all’esposizione è gratuita col pagamento, a prezzo ridotto, del solo ingresso alla villa dove sono visitabili anche i musei Annigoni e Capucci nonché la terrazza panoramica.
L’evento, promosso dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron con il patrocinio del Comune di Firenze e la collaborazione del Consiglio Regionale della Toscana, nell’ambito della Festa della Toscana e di BassmArt, è dedicato alle tracce dell’operare umano sul territorio, alle sue realizzazioni con tutti i significati sociali, industriali e religiosi che le connotano.
La mostra che presenta frammenti di una realtà caratterizzata da giustapposizioni bizzarre e surreali è curata da Diego Mormorio e sarà presente per un mese presso questa prestigiosa sede fiorentina per poi trasferirsi in differenti sedi espositive di altre città.
Le 66 opere esposte sono accompagnate da un libro pubblicato da Contrasto, con testi dello stesso Mormorio e Carlo Sisi.
Tale pubblicazione di sicuro valore non può assolutamente mancare nella mia e nella vostra biblioteca.
Io vado il 15 marzo… chi viene con me?

Altri Link: