Quello del tempo che passa è un vecchio tarlo che assilla la mia mente e quella di chi come me spesso si interroga su “cosa stiamo facendo”, “dove stiamo andando” e così via.
Nella mia piccola vita d’artista, se così posso definirmi, ho anche confezionato, era il 2010, un taccuino con disegni, foto e appunti che ho intitolato “Il tempo vola”, il cui unico destinatario era l’allora duenne Damiano Leoni.
Prendendo spunto da questo lavoro ci sono state successivamente altre occasioni dove questo tema è di nuovo emerso con l’esposizione di opere che ho intitolato, per l’appunto, “Tempus fugit”.
La sensazione è che si vada troppo in fretta, ma questa non è certamente una novità.
Appare evidente che se c’è un momento adatto per simili riflessioni è proprio quello dell’ultimo dell’anno che viene festeggiato con i migliori auspici e con rinnovata speranza che l’anno che verrà sia migliore di quello appena trascorso anche se personalmente mi accontenterei anche di un pareggio.
Nell’immaginario comune il ciclo del tempo è quasi sempre identificato con una ruota che gira inesorabilmente e che non perde mai un colpo ed ecco che l’anno in corso sta terminando la sua corsa per passare il testimone al 2016 nell’inarrestabile staffetta del conto del tempo che passa.
Nel 2015 sono entrato nel mio cinquantatreesimo anno di vita e come tutti gli anni il periodo che sto lasciandomi alle spalle mi ha riservato, alti e bassi, luci e ombre, gioie e dolori.
Il primo pensiero va ad un amico caro che quest’anno ha perso la vita in un tragico incidente stradale e che mi fa riflettere su quanto precaria sia la nostra permanenza su questo mondo.
Detto questo ci sono alcune cose buone del 2015 che meritano di essere ricordate.
La prima è che con il presente blog sono riuscito a superare le 10.850 visite per i 59 post precedenti a questo che complessivamente ho pubblicato a partire dal 5 febbraio 2013.
La seconda è che sono riuscito a stampare, grazie alla casa editrice Edizioni Era Nuova, il mio libro Umbria terra natìa a coronamento di un lavoro di indagine fatto fuori e dentro di me.
La terza è che ho cominciato a dipingere iniziando così ad esplorare un mondo che mi ha sempre affascinato e con il quale sapevo bene che prima o poi avrei dovuto fare i conti.
Per il resto mi auguro e auguro a tutti voi tanta serenità e un po’ di sana, vitale, sacrosanta lentezza.
Buon 2016.
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