Dopo aver letto “Meditazione e fotografia” di Diego Mormorio non mi stupisco di trovare l’autore di questo libro tra i firmatari del manifesto della Slow Photo insieme ad altri autorevoli personaggi della fotografia italiana.
Nelle poche righe riportate sulla quarta di copertina si fa
riferimento ad una affermazione del monaco zen Thich Nhat Hanh e più
precisamente:
“I meditanti sanno da sempre di dover usare i loro occhi
e il linguaggio del tempo a cui appartengono per esprimere la loro profonda
comprensione”.
Quindi educare lo sguardo, come in fotografia, per assumere
consapevolezza di sé e del mondo che ci circonda mediante il lento scorrere del
tempo.
PER UN MANIFESTO DELLA SLOW PHOTO
Nonostante tante cose terribili, il mondo è un’immensa
vastità di bellezza: suoni, forme, colori che, di attimo in attimo, appaiono
come uno spettacolo meraviglioso. Eppure tutta questa meraviglia resta
sconosciuta alla stragrande parte della gente. Essa – la vastità che ci
circonda – ha, infatti, bisogno di occhi per essere guardata. Di attenzione, e
di lentezza.
Ha bisogno di ciò di cui il nostro tempo è quasi vuoto. La fretta e la superficialità, come spaventevoli animali feroci, dilaniano la bellezza del mondo. Correndo da una cosa all’altra, senza guardare attentamente, perdiamo tutto. Abbiamo bisogno di fermarci. Di vedere oltre il semplice guardare.
Ha bisogno di ciò di cui il nostro tempo è quasi vuoto. La fretta e la superficialità, come spaventevoli animali feroci, dilaniano la bellezza del mondo. Correndo da una cosa all’altra, senza guardare attentamente, perdiamo tutto. Abbiamo bisogno di fermarci. Di vedere oltre il semplice guardare.
(Diego Mormorio)
Questi gli intenti:
Siamo a favore di una rivalutazione approfondita e
meditata della prassi fotografica in opposizione ad un utilizzo compulsivo
ed accelerato del medium fotografico perché convinti del valore creativo
della lentezza.
Crediamo sia essenziale che in una qualsivoglia fase
dell’iter fotografico si senta la necessità di un “rallentamento”
riflessivo.
Consideriamo indispensabile una progettualità del nostro
intento artistico.
Esaltiamo un approfondimento meditativo così da
consentire lo stabilirsi di un transfert emozionale tra il fotografo e ciò
che viene fotografato.
Sosteniamo che la slow photo, essendo essenzialmente un
approccio metodologico, esuli dalla specificità dei generi fotografici.
Riteniamo non significativo alle nostre finalità il tipo
di mezzo tecnico di ripresa e di fruizione dell’immagine stessa utilizzati.
Mario Beltrambini
Gianni Berengo Gardin
Beppe Bolchi
Beppe Bolchi
Carmelo Bongiorno
Alessandra Capodacqua
Luigi Erba
Diego Mormorio
Cesare Padovani
Franco Vaccai
Forse è giunto il momento di fermarci un attimo per pensare
sul valore della lentezza nella nostra vita di fotografi e non solo.
Grazie agli amici di Slow Photo per averci offerto questo
spunto di riflessione.