Una Pinhole Camera usata da Francesco Capponi
Sono talmente tante le cose che mi tengono occupato in
questo intenso periodo che molte sono quelle che trascuro o che mio malgrado
sono costretto a rimandare o tralasciare.
Nonostante tutto ho trovato il modo e anche il tempo
per poter seguire un breve quanto interessante corso o workshop di fotografia
“phinole” tenuto dall’artista e fotografo Francesco Capponi nell'ambito delle
attività poste in essere dall’Ass. Fiorivano le Viole con sede in Via
Cartolari, 4 a Perugia.
Ci sarebbe molto da dire su questa associazione con
tutte le sue sfaccettature, ma non è nello stile di questo blog produrre #Post
troppo lunghi e complessi che metterebbero a dura prova la mie capacità
intellettive e per questo mi limito a dire che è stato un piacere partecipare
ad una delle tante attività messe in campo dagli amici di Fiorivano le Viole o
Braccia Rubate che dir si voglia.
Chi è Francesco Capponi è facile raccontarlo perché lo
narra una pagina web sul sito stesso
di Braccia Rubate:
“Francesco Capponi è un esploratore del pianeta
Dippold, precipitato in Umbria a seguito di un drammatico incidente
astronautico che lo ha visto unico sopravvissuto.
Tutti gli abitanti di Dippold hanno identico aspetto, perciò Francesco ha dovuto faticare parecchio per adattarsi alla diversità imperante sulla Terra, mascherando la propria alienità dietro l’aura di disadattamento tipica degli artisti locali.
Le sue priorità sono:
- Sfuggire ai servizi segreti.
- Accumulare dati sui terrestri scattando un gran numero di foto.
- Pagare le bollette.
- Trovare il modo per tornare su Dippold.
A tali fini ha stretto alleanza con un certo numero di creature indigene, con le quali prosegue una frenetica attività scientifica legata allo studio dei misteriosi pin-hole, sottilissimi varchi spazio-temporali, che egli crede di poter un giorno sfruttare per tornare a casa.”
Tutti gli abitanti di Dippold hanno identico aspetto, perciò Francesco ha dovuto faticare parecchio per adattarsi alla diversità imperante sulla Terra, mascherando la propria alienità dietro l’aura di disadattamento tipica degli artisti locali.
Le sue priorità sono:
- Sfuggire ai servizi segreti.
- Accumulare dati sui terrestri scattando un gran numero di foto.
- Pagare le bollette.
- Trovare il modo per tornare su Dippold.
A tali fini ha stretto alleanza con un certo numero di creature indigene, con le quali prosegue una frenetica attività scientifica legata allo studio dei misteriosi pin-hole, sottilissimi varchi spazio-temporali, che egli crede di poter un giorno sfruttare per tornare a casa.”
La Stenoscopia è
invece un principio che permette ad ognuno di noi di trasformare in una
fotocamera qualsiasi oggetto capace di riprodurre le condizioni di una camera
oscura e quindi basterà una scatola a tenuta di luce, un foro abbastanza
piccolo e preciso e del materiale fotosensibile all’interno della scatola
stessa per ottenere delle ottime fotografie.
La mia prima macchina di questo tipo è stato un
barattolo di metallo, altri utilizzano delle semplici scatole di legno
autocostruite, i più virtuosi si sbizzarriscono come vogliono e il nostro
Capponi per esempio ha usato un cappello, un uovo, un pinolo e così via.
Come ha detto Georges Braque (1882 - 1963) «La
limitazione dei mezzi determina lo stile, dà vita a nuove forme e dà impulso
alla creatività».
Perché non provate anche voi ?
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