KA-BOOM 17 (Rapallo, 2009 ed-7) © fotografia di Andrea Botto
Il mio interesse per la fotografia di paesaggio mi ha portato qualche anno fa a conoscere personalmente Andrea Botto, giovane autore e professionista ligure, che rappresenta più di una speranza per il futuro della fotografia italiana.
Ospite dell’associazione ISTANTI – Fotografia e Cultura nella prima edizione di Montegabbione Fotografia (2010), Andrea ha tenuto un workshop sulla Fotografia del Territorio, distinguendosi per le sue doti umane e professionali.
Come recitano le notizie autobiografiche sul suo stesso sito “A. B. nasce a Rapallo (GE) nel 1973, dove vive e lavora. Attento alle contaminazioni con i diversi linguaggi dell'arte contemporanea, usa la fotografia come sezione del mondo, per metterne a nudo le stratificazioni. Dal 1999 espone la sua ricerca in mostre collettive e personali, in Italia e all'estero. Insegna all'Istituto Europeo di Design di Torino ed è direttore artistico della rassegna annuale Rapallo Fotografia Contemporanea. Sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private”.
Come tutti possono leggere sullo stesso spazio web l’autore sintetizza in pochi concetti chiave (Traccia – Limite - Tempo) quelli che sono i cardini della sua ricerca e del suo lavoro sul campo.
Molte sono le attività e le pubblicazioni che Andrea Botto ha già al suo attivo ma tra le cose che più mi hanno impressionato ci sono due serie:
La prima "Tutto in una notte", realizzata tra il 2003 e il 2006 durante la demolizione notturna di alcuni ponti dell'autostrada A1 Milano - Bologna, per il passaggio della nuova linea ferroviaria veloce TAV, è una ricerca sul tempo. Il tempo-limite di ogni cantiere, che deve durare dalle 22 del sabato alle 6 della domenica successiva, quando il traffico autostradale viene chiuso in entrambe le direzioni, ma anche il tempo sospeso e dilatato di una rappresentazione teatrale, senza prove generali nè repliche, i cui attori principali sono uomini e macchine.
La seconda serie, ancora in progress, dal titolo “KA-BOOM” (onomatopeico ma anche ironico, visto il cognome dell'autore), è dedicata alle esplosioni e a come l’esplosivo viene usato in diversi ambiti civili, dalla demolizione, alla bonifica ambientale, fino alla pirotecnica.
Tutte le immagini sono prese con una macchina grande formato 4x5 pollici, quindi un solo scatto e buona fortuna!
Il progetto vuole rappresentare un'entropia, attraverso la metafora del mondo contemporaneo, della sua dissoluzione e distruzione, cui assistiamo ogni giorno da spettatori. Uno spettacolo sublime, che attira e respinge al tempo stesso; doloroso, ma forse necessario per poter poi ricostruire e rinnovare.
1 commento:
Ho avuto la fortuna di partecipare a quel workshop di Montegabbione con Andrea. Grande esperienza, non solo fotografica ma anche gastronomica... :)
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