Il 13 febbraio 2013 ci ha lasciati Gabriele Basilico maestro della fotografia contemporanea italiana ed internazionale.
L’ultima volta che ho avuto la fortuna di vederlo e soprattutto di ascoltarlo è stato in quel di Foligno durante un’affollatissima conferenza a Palazzo Trinci tenuta in compagnia del critico d’arte Achille Bonito Oliva.
Si stava per chiudere la sua magnifica personale al CIAC (Centro Italiano Arte Contemporanea) nella quale aveva presentato i lavori da “Milano ritratti di fabbriche 1978-80 – Mosca verticale 2007-2008 – Istanbul 05.2010″.
Era il 5 febbraio 2011 e come sempre sono rimasto affascinato dalla persona prima che dal fotografo per la sua purezza di spirito, per la sua umiltà e semplicità e per la sua grande intelligenza e cultura.
Gabrile Basilico a tre mesi dalla sua scomparsa verrà celebrato in una mostra al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI) diretto da Roberta Valtorta (22/5 – 6/10).
Dal sito del museo ho estrapolato queste poche righe che ci raccontano perfettamente il grande fotografo: “Come artista, si colloca in posizione centrale nel contesto della grande fotografia documentaria internazionale. Grazie al rigore, alla vastità e alla saldezza della sua ricerca totalmente dedicata, negli anni, al difficile tema del paesaggio urbanizzato in continua trasformazione, egli è uno dei maestri che hanno costruito la fotografia contemporanea e ne hanno consentito l’ingresso nel mondo dell’arte”.
Personalmente impressionato e innamorato di uno dei suoi primi lavori “Milano ritratti di fabbrica”, che ritengo sia il suo capolavoro, voglio però ricordare, per campanile, un lavoro meno conosciuto che ho avuto la fortuna di conoscere dalle pagine del libro “Trasimeno percorsi & visioni” realizzato nel 1987 su iniziativa della Provincia di Perugia.
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