Oggi chiuderà i battenti la prima
mostra fotografica romana di Guido Guidi intitolata “Cinque paesaggi, 1983 –
1993” la quale era stata felicemente inaugurata il 20 settembre.
Tanto per cambiare ho aspettato
fino all’ultimo respiro per poterla visitare, complice il fatto che la mostra
stessa rimaneva aperta dal lunedì al venerdì mentre i miei giorni liberi sono,
guardacaso, il sabato e la domenica.
Ieri ho dovuto prendere un giorno
di ferie per compiere il mio strano quanto spezzettato viaggio verso la
capitale.
Da Bastia Umbra dove abito sono
arrivato fino ad Orte in auto, da Orte fino a Roma Termini con un treno regionale, da Roma Termini fino al
Circo Massimo con la Linea B della metropolitana e dal Circo Massimo fino
all’ICCD (istituto centrale per il catalogo e la documentazione) dove si teneva
l’esposizione a piedi.
Nel testo di presentazione della
rassegna si legge che “le 130 fotografie in mostra, per il loro stile
“documentario”, forniscono una descrizione accurata e anti-retorica di luoghi
considerati marginali dall’iconografia ufficiale; allo stesso tempo, a distanza
di trent’anni esse assumono già un inestimabile valore storico a fronte delle
rapidissime trasformazioni subite dal paesaggio e nel contesto della rinnovata
attenzione portata su di esso dalla cultura urbanistica e paesaggistica”.
Dal canto mio aggiungerei che la
visione colta del maestro cesenate oltre che ispirare un’attenta riflessione
sul paesaggio contemporaneo e sulle sue trasformazioni ci meraviglia con una
rappresentazione della realtà dai toni pacati e dal linguaggio semplice e
complesso allo stesso tempo, “per il quale fotografare è anzitutto cercare
soluzioni possibili al problema del guardare”.
Il catalogo, ISBN
978-88-905072-2-9, edito da Postcart / iccd, a cura di Antonello Frongia e
Laura Moro è ben fatto e non può mancare nelle biblioteche di fotografi e
appassionati di questo tipo di fotografia.
Per chi avesse perso la mostra, la
bella notizia è che la stessa sarà replicata a Cesena, nello spazio espositivo
del Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studiorum, Università di
Bologna dal 17 dicembre al 19 gennaio.
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