Quando
devi scrivere un piccolo pezzo su una celebrità della fotografia come George
Tatge per tanti motivi tutto diventa più difficile:
Uno
– Perché è già stata scritta così tanta roba su di lui che è quasi impossibile
aggiungere ancora qualcosa di interessante da poter mostrare su questa umile
finestra sul web.
Due
– Perché ho imparato ad apprezzare ed amare così tanto il suo modo
assolutamente “slowly” di fare fotografia che per me rappresenta molto più di
un punto di riferimento. La stessa Giovanna Calvenzi su sul Corriere della Sera del 7
agosto 2012 ha scritto su di lui un bellissimo articolo intitolato Sguardo veloce, procedimento lento che è tutto un dire.
Tre
– Perché dopo aver avuto la fortuna di conoscere George personalmente, la stima
e l’affetto per la persona ha quasi superato quella per il fotografo, casomai
fossero le stesse separabili l’una dall'altra.
La
sua biografia è degna di un romanzo e sul suo sito georgetatge.com comincia
così “George Tatge è nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre
americano. Ha trascorso l’adolescenza tra l’Europa ed il Medio Oriente prima di
trasferirsi negli Stati Uniti. Laureato in letteratura inglese, incominciò a
studiare la fotografia con l’ungherese Michael Simon. Si trasferì in Italia nel
1973”.
Da
umbro mi piace ricordare che per 12 anni ha soggiornato a Todi e che il suo
primo libro è stato “Perugia terra vecchia, terra nuova” del 1984.
Altro
momento significativo da sottolineare della sua immensa carriera è che Tatge “Dal
1986 a 2003 è stato dirigente tecnico-fotografico della Fratelli Alinari di
Firenze”.
Un caro saluto a George e un abbraccio a tutti i visitatori (sempre più numerosi) di questo blog.
Un caro saluto a George e un abbraccio a tutti i visitatori (sempre più numerosi) di questo blog.
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