Ispirato dal commento pubblicato su questo blog da parte dell’amica Cecilia Bruschi in ordine al Post #004, torno volentieri ad occuparmi della mostra di Luigi Ghirri al Maxxi di Roma.
Cecilia ha scritto:
“Dunque dopo averla vista ecco alcuni miei pensieri sulla mostra:
Direi che è proprio una mostra fantastica. Non conoscevo tutta questa produzione di immagini. Mi ha colpito molto la parte dedicata all'editoria e all'illustrazione musicale.
La prima parte con la serie dei 250 metri di cartelli pubblicitari è secondo me un'idea brillante e mi pare che rispecchi bene il suo modo di osservare le cose, che normalmente diamo per scontate che ci siano,...a guardare bene si scoprono tante informazioni sul mondo che riprende (molto interessante la riflessione che suggeriva allora nella contemporaneità di quei testi) e geniale l'ultimo scatto!
Ma bello è il percorso che progredisce per epoca e sensibilità del maestro. Le foto notturne mi solleticano molto, i colori e la precisione dello scatto mi sconvolgono. La calma che vi abita, l'aria che ci gira dentro e tu che la respiri, anche quando pare che ti manchi.
Mi è piaciuto anche trovarmi ad osservare per ultima (credo per un puro caso di scelta di percorso personale) la foto del letto di Morandi...secondo me la sintesi perfetta del connubio fra i due maestri. Forse è stato un regalo di qualcuno che dal cielo indirizza i miei passi (ultimamente mi trovo spesso a pensare a mio nonno Agostino, morto che io avevo solo 3 anni, ma che ricordo ancora vagamente nei tratti della mia flebile memoria di allora...dicono che l'insalata che ho piantato nell'orto abbia il sapore di quella che coltivava lui...chissà...).
Poi esci dal Maxxi e cominci a camminare per le strade e mentre guardi il mondo ti sembra di vederlo con gli occhi di Luigi...”.
Direi che è proprio una mostra fantastica. Non conoscevo tutta questa produzione di immagini. Mi ha colpito molto la parte dedicata all'editoria e all'illustrazione musicale.
La prima parte con la serie dei 250 metri di cartelli pubblicitari è secondo me un'idea brillante e mi pare che rispecchi bene il suo modo di osservare le cose, che normalmente diamo per scontate che ci siano,...a guardare bene si scoprono tante informazioni sul mondo che riprende (molto interessante la riflessione che suggeriva allora nella contemporaneità di quei testi) e geniale l'ultimo scatto!
Ma bello è il percorso che progredisce per epoca e sensibilità del maestro. Le foto notturne mi solleticano molto, i colori e la precisione dello scatto mi sconvolgono. La calma che vi abita, l'aria che ci gira dentro e tu che la respiri, anche quando pare che ti manchi.
Mi è piaciuto anche trovarmi ad osservare per ultima (credo per un puro caso di scelta di percorso personale) la foto del letto di Morandi...secondo me la sintesi perfetta del connubio fra i due maestri. Forse è stato un regalo di qualcuno che dal cielo indirizza i miei passi (ultimamente mi trovo spesso a pensare a mio nonno Agostino, morto che io avevo solo 3 anni, ma che ricordo ancora vagamente nei tratti della mia flebile memoria di allora...dicono che l'insalata che ho piantato nell'orto abbia il sapore di quella che coltivava lui...chissà...).
Poi esci dal Maxxi e cominci a camminare per le strade e mentre guardi il mondo ti sembra di vederlo con gli occhi di Luigi...”.
Sabato 13 luglio anch’io mi sono recato nella capitale per osservare da vicino questa magnifica antologica (più di 300 opere) dell’Uomo delle Pianure, come lo hanno definito affettuosamente i Modena City Ramblers in una canzone dedicata a Ghirri, ed è stata una fortissima emozione.
Sono arrivato al Maxxi all’ora di pranzo, non c’era molta gente e sono rimasto subito colpito dal magnifico contenitore disegnato da Zaha Hadid.
Una volta all’interno, pagato il biglietto e salite le scale sono rimasto incantato dalla proposta culturale e dalla cura maniacale con cui è stata allestita la mostra.
Una giovane studentessa ha ricopiato in un quaderno tutte le didascalie appese al muro che riportavano le citazioni del grande maestro.
Finito il giro ne sono uscito arricchito nell’animo, fortificato da quella visione realistica e poetica allo stesso tempo che solo l’autore emiliano è riuscito a trasmettere.
Prima di andare sono passato nel bookshop per acquistare il prezioso catalogo.
C’è ancora tempo (27 ottobre) per non perdersi questa magia e a chi fosse interessato consiglio di leggere quello che ha scritto uno che se ne intende (Michele Smargiassi) nel blog Fotocrazia a proposito di questa mostra.
Intravedo va in ferie e tornerà il primo settembre. Buone Vacanze.
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